Città del Vaticano , giovedì, 15. giugno, 2017 10:00 (ACI Stampa).
“Corruzione. Dobbiamo unirci per combattere questa bestemmia, questo cancro che sta logorando le nostre vite. La Chiesa non deve avere paura di purificare se stessa”. E’ quanto scritto nella prefazione di Papa Francesco, per un libro-intervista del Cardinale Turkson con Vittorio V. Alberti, dal titolo “Corrosione”. Il volume viene presentato oggi in un “Dibattito Internazionale sulla Corruzione”, che avrà luogo in Vaticano, presso la Casina Pio IV, dalle 9.30 alle 19.00.
“La corruzione – spiega Francesco nella prefazione - nella sua radice etimologica, definisce una lacerazione, una rottura, una decomposizione e disintegrazione. Sia come stato interiore sia come fatto sociale, la sua azione si può capire guardando alle relazioni che ha l’uomo nella sua natura più profonda”.
Francesco elenca poi tre relazioni importanti per l’uomo: “L’essere umano ha, infatti, una relazione con Dio, una relazione con il suo prossimo, una relazione con il creato, cioè con l’ambiente nel quale vive. Questa triplice relazione, nella quale rientra anche quella dell’uomo con se stesso, dà contesto e senso al suo agire e, in generale, alla sua vita”.
Continua il Pontefice spiegando la forza di questi atteggiamenti: “Quando l’uomo rispetta le esigenze di queste relazioni è onesto, assume responsabilità con rettitudine di cuore e lavora per il bene comune. Quando invece egli subisce una caduta, cioè si corrompe, queste relazioni si lacerano. Così, la corruzione esprime la forma generale della vita disordinata dell’uomo decaduto”.
Ma chi è uomo corrotto? Il Pontefice denuncia: “La parola corrotto ricorda il cuore rotto, il cuore infranto, macchiato da qualcosa, rovinato come un corpo che in natura entra in un processo di decomposizione e manda cattivo odore”.