Città del Vaticano , martedì, 26. maggio, 2015 11:31 (ACI Stampa).
Parte dal dialogo tra Gesù e Pietro, con l’apostolo che chiede al Maestro cosa avranno in cambio i discepoli nel seguirlo, dato che il Signore aveva detto al giovane ricco di vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri. Ma – sottolinea Papa Francesco nell’omelia del giorno pronunciata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – un cristiano “non può avere il cielo alla terra,” non si può attaccare ai beni.
“Per questo, quando un cristiano è attaccato ai beni, fa la brutta figura di un cristiano che vuole avere due cose: il cielo e la terra. E la pietra di paragone, proprio, è questo che Gesù dice: la croce, le persecuzioni. Questo vuol dire negare se stesso, subire ogni giorno la croce…”
Ha spiegato il Papa che i discepoli avevano la tentazione di seguire Gesù, ma per avere qualcosa in cambio. Come la “mamma di Giacomo e Giovanni,” che “chiese a Gesù un posto per i suoi figli: ‘Ah, questo me lo fai primo ministro, questo ministro dell’economia …’, e prese l’interesse mondano nel seguire Gesù”.
La Pentecoste ha purificato il cuore di questi discepoli, e – evidenzia il Papa – “la gratuità nel seguire Gesù è la risposta alla gratuità dell’amore e della salvezza che ci dà Gesù”.
Quello che vuole un guadagno materiale, per il quale si vuole andare “sia con Gesù, sia con il mondo, sia con la povertà, sia con la ricchezza” è “un cristianesimo a metà, che vuole un guadagno materiale. E’ lo spirito della mondanità”.