Torino , venerdì, 9. giugno, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Una mattinata con i feriti degli incidenti di piazza San Carlo dello scorso 3 giugno: l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia è stato l'8 giugno prima all'ospedale San Giovanni Bosco, poi alle Molinette e quindi al Regina Margherita per portare il suo conforto a quanti sono rimasti feriti nella calca causata da un allarme bomba durante la finale di Champions League.
Una visita in forma privata, durante la quale l'arcivescovo si è intrattenuto con i parenti e i medici e con il personale sanitario che li ha in cura; ha pregato e benedetto i pazienti invocando il Signore e la Madonna Consolata perché accompagnino il loro faticoso cammino e diano loro fiducia e speranza.
Parlando con i giornalisti, l'arcivescovo Nosiglia ha sottolineato che "In questi giorni si è parlato abbondantemente di quanto accaduto sabato sera a Torino. La conseguenza più tragica, su cui è necessario tenere i fari accesi e seguire con la massima attenzione e impegno, riguarda le persone che hanno subìto danni fisici e morali anche
gravissimi di cui portano oggi il peso - e lo porteranno per molto
tempo".
L'arcivescovo di Torino ha detto di aver seguito sin dall'inizio "i casi più gravi con la mia preghiera e il mio interessamento grazie ai cappellani degli ospedali che mi hanno tenuto sempre aggiornato e a cui ho detto di portare alle persone ferite e alle loro famiglie l’assicurazione del mio ricordo al Signore".
La sua visita - ha aggiunto - serve a "richiamare a tutti le condizioni in cui versano queste persone e i loro cari. Queste sofferenze, dolorose, contengono anche un forte richiamo a ciascuno di noi, a sentirsi corresponsabili e a comportarci con uno stile più solidale per far sì che la città sia vissuta davvero come la nostra ‘casa comune’ di cui tutti a vario titolo dobbiamo farci carico e dobbiamo considerarci custodi".