Roma , venerdì, 9. giugno, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco varcò per la prima volta la soglia del Quirinale il 14 novembre del 2013. Giunto senza sirene, scorte e corazzieri, a bordo di una comune Ford Focus, il Pontefice giunse a Palazzo dove ad attenderlo nel cortile d'onore c'era l’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Dopo una cordiale stretta di mano, al Pontefice furono resi gli onori da un picchetto militare. E suonarono gli inni vaticani e italiani.
Non sarà dunque la prima volta quella di Francesco, faccia a faccia con Mattarella, al Quirinale. È la seconda volta che il Pontefice argentino è ospite del palazzo che fu residenza principale dei Papi per molti secoli, fino alla presa di Roma nel 1870. Francesco, quel novembre 2013, aveva restituito al Presidente Giorgio Napolitano la visita che quest'ultimo aveva compiuto nel giugno precedente, meno di tre mesi dopo il conclave.
Dopo l’incontro privato, degno di memoria fu lo scambio dei doni: il Presidente donò la stampa del Pianesi e il Papa, invece, due bassorilievi che raffigurano San Martino.
Il momento più intenso fu quando Napolitano spiegò, immagine dopo immagine al Papa, il Codice porpureo di Rossano, un codice che testimonia la presenza greca in Calabria. Gli studiosi ritengono che sia arrivato nella penisola intorno al 636.L’origine è ovviamente più antica e di provenienza palestinese. Un oggetto che attirò l’attenzione del Papa che poi ha proseguito la vista secondo il protocollo ufficiale arrivando alla Cappella dell’Annunziata, per una sosta di preghiera davanti alla immagine di Maria che cuce. La Cappella voluta da Paolo V e chiamata cappella segreta è uno scrigno di arte.
“Nella consuetudine istituzionale dei rapporti tra Italia e Santa Sede – disse Papa Francesco nel suo discorso pubblico alla presenza di Giorgio Napolitano - questa mia visita conferma l’eccellente stato delle reciproche relazioni, e prima ancora intende esprimere un segno di amicizia. Infatti, già in questi primi otto mesi del mio servizio petrino ho potuto sperimentare da parte Sua, Signor Presidente, tanti gesti di attenzione. Essi si aggiungono ai molti che Ella ha progressivamente manifestato, durante il Suo primo settennato, nei confronti del mio predecessore Benedetto XVI. A lui desidero rivolgere in questo momento il nostro pensiero e il nostro affetto, nel ricordo della sua visita al Quirinale, che in quell’occasione egli definì simbolica casa di tutti gli italiani”.