Città del Vaticano , mercoledì, 7. giugno, 2017 9:55 (ACI Stampa).
La paternità di Dio, sorgente della nostra speranza. Avere il coraggio di “chiamare Dio con il nome di Padre”. Ruota su queste riflessioni la catechesi di Papa Francesco nell’udienza generale odierna in Piazza San Pietro.
“C’era qualcosa di affascinante nella preghiera di Gesù – spiega il Pontefice - di talmente affascinante che un giorno i suoi discepoli hanno chiesto di esservi introdotti”. E così nacque il Padre Nostro.
Il Pontefice spiega l’origine della preghiera donataci da Gesù: “Chiamare Dio col nome di “Padre” non è per nulla un fatto scontato. Saremmo portati ad usare i titoli più elevati, che ci sembrano più rispettosi della sua trascendenza. Invece, invocarlo come “Padre” ci pone in una relazione di confidenza con Lui, come un bambino che si rivolge al suo papà, sapendo di essere amato e curato da lui. Questa è la grande rivoluzione che il cristianesimo imprime nella psicologia religiosa dell’uomo. Il mistero di Dio, che sempre ci affascina e ci fa sentire piccoli, però non fa più paura, non ci schiaccia, non ci angoscia”.
Poi, il Papa argentino, ricorda anche la parabola del Padre misericordioso, spiegando questo speciale rapporto tra i figli e il Padre. “Gesù racconta di un padre che sa essere solo amore per i suoi figli – precisa Francesco - un padre che non punisce il figlio per la sua arroganza e che è capace perfino di affidargli la sua parte di eredità e lasciarlo andar via di casa. Dio è Padre, dice Gesù, ma non alla maniera umana, perché non c’è nessun padre in questo mondo che si comporterebbe come il protagonista di questa parabola. Dio è Padre alla sua maniera: buono, indifeso davanti al libero arbitrio dell’uomo, capace solo di coniugare il verbo “amare”.
Conclude Francesco la catechesi di oggi: “Non siamo mai soli. Possiamo essere lontani, ostili, potremmo anche professarci senza Dio. Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio senza l’uomo. Dio non potrà mai stare senza di noi. Questa certezza è la sorgente della nostra speranza, che troviamo custodita in tutte le invocazioni del Padre nostro”.