Roma , martedì, 6. giugno, 2017 18:00 (ACI Stampa).
L’Arte è un bene che appartiene a tutti perché il suo valore è universale. Per questo ogni offesa arrecatale attraverso il furto, il danneggiamento o la distruzione delle opere che la compongono dovrebbe riguardare e scuotere ognuno di noi. Si basa su questo particolare spunto di riflessione la nuova mostra ai Musei Capitolini dal 1 giugno al 22 novembre “La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra”.
Opere salvate perché distrutte dal terremoto, capolavori recuperati dopo un furto, ma anche un focus sui danni provocati dalle guerre: c’è tutto questo nell’esposizione in Campidoglio, che più di tutte sottolinea la caparbietà dell’uomo e delle istituzioni nei confronti dell’arte.
La mostra è per questo propriamente divisa in tre diverse sezioni.
La prima sezione è costituita da opere recuperate in seguito a furti, come l’Addolorata di Quentin Metsys. Il dipinto, inizialmente finito tra le mani di un restauratore toscano, poi presso un antiquario di Lucca e in una società Svizzera, dopo essere stato acquistato da un collezionista straniero è stato, infine, intercettato in Grecia all’interno di un deposito di stoccaggio.
La seconda sezione invece riguarda le opere salvate dalla furia del terremoto, in particolare quello che ha distrutto case, scuole, chiese, musei dell’Italia Centrale, in particolare nelle Marche. Si tratta di testimonianze appartenenti alla rete museale dei Musei Sistini del Piceno e della commovente Sacra Famiglia firmata da Giuseppe Ghezzi, un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito nel deposito del Forte Malatesta.