Roma , giovedì, 1. giugno, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Il Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma è il primo collaboratore del Papa - in quanto Vescovo di Roma - nella cura pastorale della Chiesa nell’Urbe. La figura del Vicario ha riferimenti storici a partire dal XIII secolo e le sue funzioni sono state di tanto in tanto ridefinite dai diversi Pontefici. L’ultimo a mettere mano ai compiti del Vicario è stato Papa Giovanni Paolo II attraverso la Costituzione Apostolica Ecclesia in Urbe, pubblicata nel 1998.
Per consuetudine il Vicario è un Cardinale di Santa Romana Chiesa. Almeno fino ad Agostino Vallini, sostituito come noto dal Papa con Monsignor Angelo De Donatis. Per la porpora - ammesso che Francesco decida di imporla - il nuovo Vicario dovrà attendere non il prossimo concistoro di fine mese, dato che il Pontefice ha già reso noti i nomi dei nuovi porporati, ma in caso quello successivo.
Ripercorrere la storia dei Vicari di Roma da quando si hanno notizie ad oggi è una impresa praticamente impossibile. Per questo ci limiteremo al recente passato.
Dopo la presa di Roma e la fine dello Stato Pontificio - 1870 - Papa Pio IX nel 1876 nomina Vicario di Roma il Cardinale Raffaele Monaco La Valletta - noto per la sua amicizia con Bartolo Longo e devoto della Madonna di Pompei. Lasciò l’incarico nel 1884 quando Leone XIII lo nominò Segretario della allora Congregazione della Romana ed Universale Inquisizione.
Dal 1884 al 1899 il Vicariato fu guidato dal Cardinale mantovano Lucido Maria Parocchi: durante il suo mandato consacrò vescovo Monsignor Giuseppe Sarto, che - nel 1903 - sarebbe stato eletto Papa con il nome di Pio X.