Città del Vaticano , lunedì, 25. maggio, 2015 15:23 (ACI Stampa).
La cultura dello scarto e il ruolo della cultura cristiana nel riscoprire l’austerità. L’economia informale. La necessità di una ulteriore riflessione sul tipo di crescita che ci si può permettere nel contesto attuale. La necessità di coinvolgere maggiormente l’economia privata nelle opere di solidarietà. Parla di questo e molto altro Domingo Sugranyes Bickel, presidente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, in una intervista al Gruppo ACI nel giorno in cui inizia la Conferenza Internazionale Annuale della Fondazione: dedicata a “Ripensare i temi importanti della vita economica e sociale,” la Conferenza si tiene a Roma, nell’Aula Nuova del Sinodo e nel Palazzo della Cancelleria, dal 25 al 27 maggio, e vede la presenza, tra gli altri, dei Cardinali Parolin (Segretario di Stato), Marx (Coordinatore del Consiglio per l’Economia) e Calcagno (Presidente dell’APSA). Nella giornata di martedì, verrà conferito il Premio Internazionale “Economia e Società” al finanziere francese Pierre de Lauzun.
Il Papa parla spesso di "cultura dello scarto" che diventa nel vostro campo di lavoro una "economia dello scarto" . Come è oggi davvero la situazione, che divario c'è tra paesi poveri e ricchi? e rimane la divisione tra nord e sud o sono cambiate le linee di confine?
Nei paesi sviluppati c’è la necessità di fare una riflessione culturale ed educativa sul consumo e sull’assuefazione consumistica. È indubbio che l’industria dei beni di consumo di massa e la distribuzione hanno sviluppato tecniche di persuasione che sfruttano il desiderio dei consumatori, adulti, giovani o bambini, per avere l’ultima versione di unosmart phone o una scarpa dai colori fosforescenti… Le aziende, senz’altro, devono analizzare se queste tecniche sono eticamente difendibili. Ma il fattore piú decisivo sta nella cultura dei consumatori e nella riscoperta della vera “vita buona”, dove è piú importante ‘essere’ che ‘avere’ e dove la ricerca della qualità riprende il primo posto. L’economia di mercato è flessibile per natura e le imprese faranno ciò che gli verrà richiesto dal mercato: per bilanciare questa tendenza, l’azione delle associazioni di consumatori, per esempio, può essere importantissima, in taleprospettiva. L’educazione di stampo cristiano ha un ruolo essenziale nel riscoprire le virtù di una relativa austerità.
Il luogo di nascita rimane la causa principale di disuguaglianza nel mondo, anche se il numero di persone che vivono nella povertà estrema è diminuito in modo importante. Il divario all’interno dei paesi ricchi è spesso di natura più soggettiva, anche se è vero che la crisi iniziata nel 2008 ha reso fragile per molti una situazione di relativo benessere. Nello sforzo di dialogo che porta avanti la Fondazione Centesimus Annus - Pro Pontifice tra i principi della dottrina sociale cattolica, le ricerche del mondo accademico e l’esperienza vissuta dai professionisti, emerge in questo momento la necessità di ritrovare la strada della creatività e della soddisfazione sul lavoro. Per far questo ci vuole l’impegno di tutti: politici, amministratori, imprenditori, sindacati, università e scuole, affinché ognuno, nel suo contesto, possa esercitare le proprie capacità e abbia l’opportunità di svilupparle. Per esempio:occorrono riforme urgenti nei paesi del Sud Europa al fine di reinserire i giovani che abbandonano i percorsi di educazione formale senza avere acquisito nessuna preparazione concreta, rischiando così l’esclusione definitiva. Per superare tale criticità è necessario attuare un deciso rilancio della formazione professionale e una collaborazione molto più intensa tra settore pubblico e settore privato.
Che cosa si intende per "economia informale" ? E quale è il ruolo che possono avere gli economisti cattolici per la crisi globale che stiamo vivendo?