Seoul , mercoledì, 31. maggio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
È stato lo scorso 27 marzo che una grande messa a Seoul ha celebrato i 90 anni della diocesi di Pyongyang. E lo ha fatto in un clima profondamente cambiato, mentre il nuovo presidente Moon ha avviato una serie di passi per la riconciliazione tra le due Coree e si sono moltiplicate le visite del clero sud-coreano.
In questi giorni, in particolare, il vescovo Igino Kim, presidente della Conferenza Episcopale di Corea, è in visita in Corea del Nord, invitato insieme ad altri leader delle confessioni religiose. Non è la prima volta che va dall’altra parte del 38esimo parallelo, e – si spera – non sarà l’ultima.
Lo stesso Kim è stato a Roma con una lettera del presidente da consegnare al Papa, per cercare dalla Santa Sede una opera di facilitazione che faccia uscire la Corea del Nord dall’isolamento e così poter riaprire il dialogo tra Nord e Sud. Il presidente lo ha accolto con tutti gli onori al ritorno, avviando un piano di aiuti per la Corea del Nord che servirà a facilitare il percorso di riconciliazione.
Ecco, allora, che le celebrazioni per i 90 anni della diocesi Pyongyang assumono un contorno particolare. Di mantenere la diocesi si occupa il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seoul e – per tradizione ormai consolidata – amministratore apostolico di Pyongyang. Ed è lui che ha celebrato la messa commemorativa del 90esimo della diocesi Nord Coreana con gli altri vescovi coreani e l’arcivescovo Osvalo Padilla, nunzio apostolico di Corea.
L’omelia ha voluto rimettere il tema dei fedeli in Corea del Nord al Centro. Davanti a un gruppo di circa 500 fedeli che appartenevano alla diocesi prima della guerra del 1950-53 che ha portato alla separazione delle due Coree, il Cardinale Yeom ha ricordato che “la diocesi di Pyongyang sta venendo dimentica. Il comunismo continua e la persecuzione anche, e questo è dovuto alla nostra mancanza di preghiere”. E ha chiesto di pregare la Vergine di Fatima, che aveva predetto appunto la caduta del comunismo.