Città del Vaticano , domenica, 28. maggio, 2017 11:00 (ACI Stampa).
41 anni di episcopato sono un traguardo importante. E lo sa bene Benedetto XVI. Il Papa emerito festeggia oggi infatti il 41 ° anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 28 maggio 1977 per l’imposizione delle mani del Vescovo di Wurzburg Josef Stangl.
Il 1977 è un anno straordinario per il futuro Benedetto XVI, il classico anno che ti cambia la vita: a marzo la nomina di Paolo VI ad Arcivescovo di Monaco e Frisinga, a maggio l’ordinazione episcopale, a giugno la creazione a cardinale di Santa Romana Chiesa.
Ma come intende il ministero episcopale Benedetto XVI?
“Il santo Papa Gregorio Magno, nella sua Regula pastoralis - spiega ai Vescovi in visita ad Limina nel 2006 - pone come uno specchio davanti al Vescovo: “Per l’impegno esteriore il Vescovo non trascuri la vita interiore (…) Spesso ritiene di essere superiore a tutti grazie alla sua alta posizione (…) Dall’esterno riceve lodi inopportune, ma interiormente perde la verità”. Si tratta – e questo è certamente anche il compito quotidiano di ogni cristiano – di prescindere dal proprio io e di esporsi allo sguardo amorevole ed interpellante di Gesù. Al centro del nostro servizio vi è sempre l’incontro con il Cristo vivo, un incontro che dà alla nostra vita l’orientamento decisivo”.
Il Vescovo - secondo Papa Benedetto - deve essere guida e riferimento per i sacerdoti a lui affidati. “Nella vostra sollecitudine pastorale - sottolineava parlando ai Vescovi salvadoregni - i sacerdoti devono occupare un posto particolare. Vi uniscono a loro vincoli strettissimi in virtù del sacramento dell'Ordine che hanno ricevuto e della partecipazione alla stessa missione evangelizzatrice. Meritano i vostri sforzi migliori e la vostra vicinanza, per conoscere la loro situazione personale, per assisterli in tutti i loro bisogni spirituali e materiali e per incoraggiarli a proseguire con gioia il loro cammino di santità sacerdotale. Imitate in questo l'esempio di Gesù, che considerava suoi amici quanti erano con Lui. Come fondamento e principio visibile di unità nelle vostre Chiese particolari, vi incoraggio a essere promotori e modelli di comunione nello stesso presbiterio e a raccomandare di vivere la concordia e l'unione di tutti i sacerdoti fra di loro e attorno al vescovo, come manifestazione del vostro affetto di padri e fratelli, senza smettere di correggere le situazioni irregolari quando è necessario”.