Mosca , mercoledì, 24. maggio, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Al suono festoso delle campane di tutte le chiese di Mosca, i 13 centimetri di costola sinistra di San Nicola sono arrivati in Russia, per una traslazione storica che è stata resa possibile su richiesta diretta del Patriarca Kirill a Papa Francesco. E lo scorso 8 maggio, è stata la volta del viaggio ecumenico delle reliquie dell’apostolo Filippo, arrivate fino a Smirme su interessamento del vescovo Piretto, e benedette direttamente dalle mani di Bartolomeo.
È attraverso questo “ecumenismo delle reliquie” che Papa Francesco sembra voler stringere ponti con le Chiese sorelle: con l’ortodossia del Patriarcato di Mosca e con quella del Patriarcato di Costantinopoli. Il primo grandissimo per numero di fedeli, ma solo quinto nella sinassi, e con un rapporto con Roma che è sfociato solo nel 2016 nel primo incontro tra un Papa e il Patriarca di Mosca; il secondo, primo della sinassi, che con Roma ha un rapporto di lunga data, e che ha già innumerevoli incontri con i Papi alle spalle.
La reliquia di San Nicola è un frammento di 13 centimetri della costola sinistra “dalla parte del cuore”, ed è stata deposta in uno scrigno realizzato appositamente a Mosca, traslato con operazioni delicatissime documentate in un video e fatto partire dopo una liturgia solenne nella Cripta della Basilica di Bari, presieduta dal metropolita Hilarion Alfejev, che cura i rapporti esterni del Patriarcato di Mosca e che ha poi accompagnato la reliquia fino a Mosca con una folta delegazione.
Questa, per parte cattolico e locale, era composta dall’arcivescovo Francesco Cacucci di Bari-Bitonto, delegato pontificio della Basilica di San Nicola; padre Ciro Capotosto, priore della Basilica di San Nicola; il sindaco di Bari Antonio Decaro e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Il reliquiario è stato portato nella Chiesa di San Salvatore a Mosca, dove il Patriarca Kirill in persona ha celebrato una funzione solenne. In Russia, San Nicola è veneratissimo con il titolo di Ciudotrvorets, il miracoloso. E di certo il suo culto ha qualcosa di miracoloso, che è sopravvissuto anche ai decenni dell’ateismo sovietico.