Città del Vaticano , mercoledì, 17. maggio, 2017 10:35 (ACI Stampa).
E’ Maria Maddalena la protagonista nell’Udienza Generale di oggi in Piazza San Pietro. L’apostola della speranza, come ama definirla il Pontefice. E’ lei a vedere Cristo appena Risorto. “Nel suo tragitto verso il sepolcro – dice il Papa - si rispecchia la fedeltà di tante donne che sono devote per anni ai vialetti dei cimiteri, in ricordo di qualcuno che non c’è più. I legami più autentici non sono spezzati nemmeno dalla morte: c’è chi continua a voler bene, anche se la persona amata se n’è andata per sempre”.
Papa Francesco racconta ai fedeli in Piazza San Pietro la storia di questa incredibile donna: “E’ mentre sta china vicino alla tomba, con gli occhi pieni di lacrime, che Dio la sorprende nella maniera più inaspettata. L’evangelista Giovanni sottolinea quanto sia persistente la sua cecità: non si accorge della presenza di due angeli che la interrogano, e nemmeno s’insospettisce vedendo l’uomo alle sue spalle, che lei pensa sia il custode del giardino. E invece scopre l’avvenimento più sconvolgente della storia umana quando finalmente viene chiamata per nome: Maria!”.
“Intorno a Gesù ci sono tante persone che cercano Dio – continua il Pontefice - ma la realtà più prodigiosa è che, molto prima, c’è anzitutto Dio che si preoccupa per la nostra vita, che la vuole risollevare, e per fare questo ci chiama per nome, riconoscendo il volto personale di ciascuno. Ogni uomo è una storia di amore che Dio scrive su questa terra. Ognuno di noi lo è , ad ognuno di noi Dio chiama con il proprio nome, ci guarda, ci aspetta, ci perdona...E' vero o non è vero?"
I vangeli ci descrivono la felicità della Maddalena al suono di quel nome pronunciato da Gesù: “Maria”: “La risurrezione di Gesù non è una gioia data col contagocce, ma una cascata che investe tutta la vita”.
Conclude infine Francesco la sua catechesi odierna: “Gesù non è uno che si adatta al mondo, tollerando che in esso perdurino la morte, la tristezza, l’odio, la distruzione morale delle persone... Il nostro Dio non è inerte, è un sognatore, ma sogna la trasformazione del mondo, e l’ha realizzata nel mistero della Risurrezione".