Città del Vaticano , domenica, 14. maggio, 2017 12:13 (ACI Stampa).
“A Fatima mi sono immerso nella preghiera del santo Popolo fedele, preghiera che là scorre da cento anni come un fiume, per implorare la protezione materna di Maria sul mondo intero. Rendo grazie al Signore che mi ha concesso di recarmi ai piedi della Vergine Madre come pellegrino di speranza e di pace”. Con queste parole di ringraziamento stamane Papa Francesco ha esordito introducendo la preghiera mariana del Regina Coeli.
Dopo aver ricordato il silenzio orante che lo ha accompagnato, Francesco ha ribadito che anche a Fatima “al centro di tutto è stato ed è il Signore Risorto, presente in mezzo al suo Popolo nella Parola e nell’Eucaristia. Presente in mezzo ai tanti malati, che sono protagonisti della vita liturgica e pastorale di Fatima, come di ogni santuario mariano”.
“Con la canonizzazione di Francesco e Giacinta - ha detto ancora il Pontefice - ho voluto proporre a tutta la Chiesa il loro esempio di adesione a Cristo e di testimonianza evangelica e ho voluto proporre alla Chiesa di avere cura dei bambini. La loro santità non è conseguenza delle apparizioni, ma della fedeltà e dell’ardore con cui essi hanno corrisposto al privilegio ricevuto di poter vedere la Vergine Maria. Dopo l’incontro con la bella Signora, essi recitavano frequentemente il Rosario, facevano penitenza e offrivano sacrifici per ottenere la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia”.
Siano nostri esempi oggi - ha auspicato Papa Francesco - perché “c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, come pure la fine degli assurdi conflitti grandi e familiari e delle violenze che sfigurano il volto dell’umanità”.
Al termine del Regina Coeli, il Papa ha affidato alla Madonna le popolazioni del Medio Oriente coinvolte in guerre e conflitti, “sia cristiane, sia musulmane, sia appartenenti a minoranze come gli yazidi, i quali subiscono tragiche violenze e discriminazioni. Alla mia solidarietà si accompagna il ricordo nella preghiera, mentre ringrazio quanti si impegnano a sovvenire ai bisogni umanitari. Incoraggio le diverse comunità a percorrere la strada del dialogo e della riconciliazione per costruire un futuro di rispetto, di sicurezza e di pace, lontano da ogni sorta di guerra”.