Nyeri , sabato, 23. maggio, 2015 19:02 (ACI Stampa).
“Era il gennaio del 1989. Un gruppo di persone era in pericolo di vita: fuggiva da una delle fazioni armate coinvolte nella guerra civile, giunti a Nipepe, Diocesi di Lichinga, Mozambico, si rifugiarono nella chiesa parrocchiale. Entrati in quel luogo sacro cominciarono a pregare e a chiedere aiuto attraverso la mia intercessione. E il Signore li ascoltò.”
Il racconto immaginato in prima persona è quello del miracolo di Suor Irene Stefani, delle Missionarie della Consolata, che è stata beatificata oggi a Nyeri, in Kenya, dal cardinale Polycarpo Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam.
Padre Gottardo Pasqualetti, IMC e Procuratore della causa di beatificazione ricorda la situazione drammatica del Mozambico in quegli anni: “Il caso preso in considerazione avvenne durante la guerra civile del Mozambico, diviso tra due contrapposte fazioni, siglate RENAMO e FRELIMO. Alle distruzioni ed eccidi che accompagnano questa grave situazione si è aggiunta l’aggravante dell’ideologia marxista di una delle due fazioni. Questa ha portato a persecuzione dei cristiani e catechisti, molti dei quali hanno segnato con il sangue la loro appartenenza a Cristo. L’altra è stata pure motivo di sofferenza e di pericoli per presunti atteggiamenti favorevoli da parte dei cristiani alla parte avversa.”
La storia è una pagina di cronaca di guerra. Una chiesa dove 230 persone vengono strette in un assedio, bevono l’acqua del fonte battesimale e mangiano qualche biscotto. Il parroco chiede a tutti di pregare suor Irene Stefani, missionaria del suo Istituto, la Consolata. La preghiera viene ripetuta da tutti per due giorni, fino a quando 140 persone vengono fatte uscire, caricate come bestie da soma e costrette a marciare per decine di chilometri nella foresta. Gli altri 80 restano in chiesa un altro giorno, poi i miliziani se ne vanno.
Il primo prodigio di suor Irene è davanti agli occhi di tutti: l’acqua del fonte battesimale non si esaurisce e tiene in vita tutti. Poi dopo una settimana tutti i 140 ritornano al villaggio. Sono scampati a storie incredibili.