Pechino , lunedì, 8. maggio, 2017 17:00 (ACI Stampa).
Aveva 97 anni, ed ha trascorso l’ultimo mese di vita in cure palliative: l’arcivescovo Andrea Aniceto Wang Chongyi, vescovo di Guiyang, si è spento lo scorso 20 aprile, e i funerali sono stati celebrati lo scorso 22 aprile.
La notizia è stata data dalla Sala Stampa vaticana, che, con ormai una certa consuetudine, aspetta di dare l’ufficialità dei lutti nell’episcopato cinese, data la delicata situazione con la Cina. Sebbene, infatti, si parli sempre più insistentemente di un accordo, almeno sulla nomina dei vescovi, con il governo di Pechino, si può avvertire comunque una certa frizione tra i vescovi che sono stati riconosciuti dalla Chiesa patriottica, legata al governo, e quelli sotterranei.
Fatto sta che l’arcivescovo Wang Chongyi era nel novero di quei vescovi che sono stati riconosciuti sia dal governo cinese, sia dal Vaticano, parte di quel processo di riavvicinamento che ha funzionato a fasi alterne dopo la lettera di Benedetto XVI i cattolici cinesi del 2007.
L’arcivescovo Wang Chongyi era arcivescovo emerito di Guiyang. Veniva da una famiglia di tradizione cattolica, ed entrò in seminario già a 13 anni, poi passando al seminario intermedio San Paolo e quindi a quello maggiore San Pietro. Fu ordinato sacerdote il 24 ottobre 1949, e servì come parroco di Meitan e di Zunyi.
Arrestato e ridotto ai lavori forzati per nove anni durante la rivoluzione culturale . lanciata in Cina da Mao Zedong dopo il “Grande Balzo in Avanti”, che già aveva causato la morte di 30-40 milioni di persone – poté riprendere il suo ministero solo alla morte di Mao. Tornò a Zunyi come parroco nel 1979 e fu nominato parroco a Guiyang, dove fu poi ordinato vescovo nel 1988.