Carpi , domenica, 7. maggio, 2017 11:00 (ACI Stampa).
In questa quarta domenica di Pasqua la Chiesa ci invita a pregare per le vocazioni e per questo motivo propone alla nostra riflessione l’immagine di Cristo buon Pastore.
Nella parabola che Gesù racconta sono presenti personaggi molto diversi tra di loro: il pastore, il ladro e il mercenario. Il ladro e il mercenario rappresentano coloro che hanno la pretesa di guidare gli altri senza un vero mandato. Il pastore, invece, è colui che entra per la porta e che è introdotto dal portiere, il quale è Dio stesso che ha inviato Gesù e al quale ha affidato il suo gregge.
Il legame tra pastore e pecore è così forte che esse ne sanno riconoscere perfettamente il timbro della voce e poiché si sentono da Lui amate, protette e rassicurate, lo ascoltano e lo seguono in maniera incondizionata. Il verbo “ascoltare” ha una grande importanza nel Vangelo secondo San Giovanni. E’ utilizzato ben cinquanta volte e serve per descrivere l’atteggiamento del discepolo di Cristo che è tale in quanto ascolta, riconosce la voce di Gesù e lo segue. Gesù, infatti, è la “parola”, il “Verbo”, la “rivelazione” che trasmette ai suoi amici “ciò che egli ha inteso dal Padre” (cfr Gv 3.31; 8,40; 15.15). Ascolto, io, la Parola di Gesù? Quante tempo trascorro ad ascoltare la Parola di Dio, la voce dell’Amore e della Verità?
Il discorso di Cristo continua e nel prosieguo Egli si presenta come l’unica guida affidabile dell’umanità. Noi possiamo seguire anche altre guide, ma Gesù ci ha avvertito, esse saranno sempre ladri e distruttori perché promettono una felicità che non possono mantenere. Si tratta della pretesa che esce dalla bocca o di un pazzo (E’ fuori di sé) o di una persona che è consapevole di portare un messaggio che per il suo aspetto rivoluzionario, la sua radicalità, la sua assolutezza e trascendenza ha un carattere divino.
Si pone, dunque, ancora una volta, il problema dell’identità di Cristo. Chi è costui che osa parlare in questo modo? Che proclama la sua unicità per la salvezza dell’umanità? Che osa affermare che fuori di Lui non esiste Verità e vero Bene? Gesù per parlare di sé ama utilizzare delle immagini. Dopo essersi presentato come il solo pastore ne introduce una seconda, più sottile e misteriosa. Egli dice di se stesso: “Io sono la Porta”. La sola, l’unica porta. Una porta che permette di avere accesso ad un luogo, ad uno spazio, ad una dimensione della vita nuovi; che ci permette di respirare un’aria diversa perché ci fa vedere l’infinito.