Per questo il Papa Leone XIII scegliendo di schierarsi attentamente sulla questione compose tale documento innovativo e fautore della dottrina sociale della Chiesa. Al punto 33 della enciclica si legge che tale attività dev'essere "un lavoro proporzionato all'uomo alto e robusto, non è ragionevole che s'imponga a una donna o a un fanciullo. [...] Certe specie di lavoro non si addicono alle donne, fatte da natura per í lavori domestici, í quali grandemente proteggono l'onestà del sesso debole, e hanno naturale corrispondenza con l'educazione dei figli e il benessere della casa".
Quindi al centro dell'opera umana vi è una necessità: garantire un'esistenza libera e dignitosa per l'uomo.
Inoltre è utile sottolinerare come le attività commerciali e lavorative sono poste al centro del dibattito come una ricchezza per le funzioni creative e di progresso sociale e non come chiave, strettamente economica e materialista, cui lo scambio finanziario può dar conferma.
“Scoprire” il lavoro per valorizzare l'uomo inserito al centro del mondo creato e pensato da Dio, Creatore per eccellenza e Padre per scelta.
Il documento è altamente innovativo se si pensa che noi italiani dovremo aspettare il 1948 per leggere all'art.36 della Costituzione repubblicana che "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.
L'ultimo capoverso è chiarissimo: si pone un divieto di natura legislativa ribadito nell'art.2113 dell'attuale codice civile, composto nel 1942, per le spiegate ragioni etico-giuridiche. In buona sostanza il lavoratore non può rinunciare, neanche pattiziamente, a tali diritti per evitare il proprio sfruttamento.
Tali contributi saranno ripresi nella L.300/1970 ovvero lo “Statuto dei lavoratori” rafforzando non solamente le tutele azionate in ambito giuridico e sindacale degli anni '50e '60 ma potenziando l'enciclica leonina.
Infatti quell'atto espresso del magistero che ha aperto la strada al discorso su questo diritto che non è riconoscimento di un'altrui superiorità bensì rispetto di quel valore dettato da tale attività che si chiama “Uomo”.
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