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Papa Francesco: “Azione Cattolica, vivi all’altezza della tua storia!”

Papa Francesco incontra l'Azione Cattolica | Papa Francesco incontra l'Azione Cattolica, Piazza San Pietro, 30 aprile 2017 | Lucia Ballestrer / ACI Group
Papa Francesco incontra l'Azione Cattolica | Papa Francesco incontra l'Azione Cattolica, Piazza San Pietro, 30 aprile 2017 | Lucia Ballestrer / ACI Group
Papa Francesco e l'Azione Cattolica | Papa Francesco saluta il popolo dell'Azione Cattolica, riunito in piazza San Pietro per il 150esimo, 30 aprile 2017 | CTV
Papa Francesco e l'Azione Cattolica | Papa Francesco saluta il popolo dell'Azione Cattolica, riunito in piazza San Pietro per il 150esimo, 30 aprile 2017 | CTV

Una Azione Cattolica aperta, radicata in parrocchia ma non per questo meno missionaria, chiamata a guardare indietro alla sua storia ormai lunga 150 anni non per autoconservarsi, ma piuttosto per rinnovarsi. È questo l’invito fatto da Papa Francesco ai membri dell’Azione Cattolica, che lo incontrano in piazza San Pietro. E a loro chiede: “Vivete all’altezza della vostra storia!”

Per la seconda volta nella settimana, Papa Francesco incontra l’Azione Cattolica, in festa per i suoi 150 anni. Nel mezzo, 27 ore di viaggio in Egitto. Il Papa mostra così di guardare con attenzione all’organizzazione laicale. Una organizzazione in cui il Papa - dice lui - si sente a casa, perché suo padre e suo nonna erano nell'Azione Cattolica.

Prima dell’arrivo del Papa, si dipana la storia dell’Azione Cattolica: una serie di flash a partire dalla fondazione, ad opera di Mario Fani e Giovanni Acquaderni, fino agli anni tumultuosi della guerra, ai Beati che si opposero al nazismo e al fascismo e che in alcuni casi morirono in campo di concentramento (Alberto Marvelli, Josef Mayr Nusser, Odoardo Focherini, Alberto Marvelli, Gino Pistoni), arrivando alla presenza viva nella ricostruzione dell’Italia con il Codice di Camaldoli che è architrave della Costituzione, fino alla presenza politica teorizzata da Luigi Gedda e alla scelta religiosa proposta da Vittorio Bachelet, ucciso dalle Brigate Rosse.

Papa Francesco non manca – nel suo discorso – di rimarcare la “storia bella e importante” dell’Azione Cattolica”, la storia “di un popolo formato da uomini e donne di ogni età e condizione, che hanno scommesso sul desiderio di vivere insieme l’incontro con il Signore: piccoli e grandi, laici e pastori, insieme, indipendentemente dalla posizione sociale, dalla preparazione culturale, dal luogo di provenienza”.

Una storia “di passione per il mondo e per la Chiesa, dentro cui sono cresciute figure luminose di uomini e donne di fede esemplare, che hanno servito il Paese con generosità e coraggio”, chiosa il Papa.

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E però la storia non serve “per guardarsi allo specchio” o “camminare con gli occhi all’indietro”, ma serve piuttosto “a rendersi consapevoli di essere popolo che cammina prendendosi cura di tutti”, e in questo cammino il Papa incoraggia tutti ad essere “un popolo di discepoli-missionari”, come hanno insegnato alcuni grandi testimoni di santità dell’Azione Cattolica – e il Papa ricorda Giuseppe Toniolo, Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, Antonietta Meo, Teresio Olivelli, Vittorio Bachelet.

Come già aveva delineato la vocazione della diocesanità nell’incontro dello scorso giovedì, Papa Francesco chiede ai membri dell’Azione Cattolica di “mettersi al servizio delle diocesi, attorno ai vescovi e nelle parrocchie, là dove la Chiesa abita in mezzo alle persone”.

Il Papa esorta a “non stancarsi di percorrere le strade attraverso le quali è possibile far crescere lo stile di una autentica sinodalità, un modo di essere popolo di Dio”, ma radicati in parrocchia, “non una struttura caduca”, ma piuttosto “lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli”.

Papa Francesco chiede però che la parrocchia non si chiuda in se stessa, e così non deve fare l’Azione Cattolica, perché ogni suo cammino deve essere “esperienza missionaria, destinata all’evangelizzazione, non all’autoconservazione”.

Così, essere radicati alle diocesi deve incarnarsi lungo le strade delle città, sentendo la “responsabilità forte di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico - mettetevi in politica! Ma la grande politica, quella con la maiuscola - la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale”. Insomma, l’Azione Cattolica è chiamata ad “allargare il cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie”, ad essere “viandanti della fede” per “incontrare tuti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti”, perché “nessuno deve sentirsi abbandonato”.

L’esortazione del Papa è dunque quella di “rimanere aperti alla realtà che vi circonda”, di “cercare il dialogo” anche con chi la pensa diversamente ma cerca “pace, giustizia e fraternità”, perché “è attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tuti”.

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Ecco dunque l’invito del Papa: “Andate, raggiungete tutte le periferie! Andate, e là siate Chiesa, con la forza dello Spirito Santo”.