Roma , venerdì, 22. maggio, 2015 15:00 (ACI Stampa).
Il nodo è la fede. Perché “se un vescovo, un cardinale non vede ciò che l’Eucarestia è, cioè il corpo di Cristo, e prende questa Eucarestia come un pasto, da cui nessuno deve essere escluso, perdiamo veramente il cuore del mistero.” Parola del Cardinal Robert Sarah, Prefetto per la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Presentando lo scorso 20 maggio al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II la collana “Famiglia, Lavori in corso” dell’Editore Cantagalli, il Cardinal Sarah ha parlato senza peli sulla lingua. Il Sinodo? “La gente crede che ci sarà una rivoluzione, ma non potrà essere così. Perché la dottrina non appartiene a qualcuno, ma è di Cristo”. Le sfide della Chiesa? “Oggi la Chiesa deve combattere contro corrente, con coraggio e speranza senza aver paura di alzare la voce per denunciare gli inganni e la manipolazione e i falsi profeti. In duemila anni la Chiesa ha affrontato tantissimi venti contrari, ma con l’aiuto dello Spirito Santo la sua voce si è sempre fatta sentire.”
Parole che pesano come macigni, nella discussione in corso. Vanno oltre il mero dibattito del sinodo, certo quello importante e pesante, mentre alcune Conferenze Episcopali rendono noti i risultati del questionario del Sinodo, spesso con la sottile volontà di influenzare l'opinione pubblica, di mostrare la richiesta di una Chiesa nuova.
Il Cardinal Sarah entra nel dibattito con una prospettiva ampia. Non risponde alle domande dei giornalisti, ma a quelle della platea accorso a vedere la presentazione, sì. E lo fa con la franchezza che vuole un dialogo.
Spiega il Cardinale: “Come disse Ratzinger, un diritto che non si basa sulla morale diventa ingiustizia. Per questo è necessario tener presente il contesto della secolarizzazione in cui viviamo. L’allontanamento di parti intere della società moderna dal cristianesimo è andato di pari passio con l’ignoranza e il rigetto della sua dottrina e identità culturale.” Papa Francesco parla di una Chiesa ospedale da campo. Commenta il Cardinale: “Dice una cosa profonda: dobbiamo annunciare la bellezza del cristianesimo perché l’uomo è gravemente ferito. In un ospedale da campo, cerchi di chiudere le ferite prima possibile, perché le persona non muoiano. Poi in un secondo momento penserai al fattore estetico. L’uomo ha necessità di amore, ed è questo il nostro compito, portarlo all’unico compito che dà senso alla nostra esistenza.”
Ma il problema, è inutile girarci intorno, è la fede, oppressa da una secolarizzazione galoppante. “La Chiesa deve vigilare per contrapporsi alla perdita dei valori cristiani. I mezzi di comunicazione sociale, i media, contribuiscono a denigrare la posizione della Chiesa, a mostrarla sotto una falsa luce, o nel migliore dei casi a restare silenziosi. Il pensiero dominante cerca senza sosta di presentare l’idea di una Chiesa arretrata e medievale, che rifiuterebbe di adattarsi all’evoluzione del mondo, ostile alle scoperte scientifiche.”