Roma , martedì, 2. maggio, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Un diario tardo-antico per raccontare, attraverso una vicenda personale, il cristianesimo delle origini è il racconto scritto nell’e-book ‘Paola, diario di una vergine votata prima di nascere’ (Premio Letterario Mario Luzi 2016) del prof. Innocenzo Mazzini, già ordinario di Storia della Lingua latina all’Università di Macerata.
Nell’e-book è ricostruito un arco di tempo di 18 anni, dal 402 al 420: “Non è stato facile rendere in italiano concetti e realtà materiali, tipici del mondo tardo-antico”, ha spiegato l’autore.
La protagonista è Giulia Tossozia Paola, ‘domina clarissima’. Nelle sue vene scorre il sangue di ‘gentes’ illustrissime, in quanto senatori del popolo romano sono stati il padre e i nonni paterni e materni. La nonna paterna ha fatto costruire a sue spese il monastero femminile di Betlemme e ne è stata la prima badessa. Paola è stata destinata alla vita religiosa prima ancora di venire al mondo.
Attraverso le fasi della vita della giovane, riportate in forma di diario, emerge uno spaccato significativo di un’epoca in cui è centrale la figura di Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio. Presa in ostaggio dal re visigoto Alarico nel 410 ne sposò il cognato Ataulfo, dopo la cui morte si unì in matrimonio con il patrizio Costanzo, reggente per l’imperatore Valentiniano III, suo figlio, attenta soprattutto a mantenere un rapporto di fedeltà verso il papato. Il contesto, infatti, è la lotta tra il mondo pagano in decadenza e la civiltà cristiana in rapida diffusione. Con contraccolpi devastanti e resistenze sanguinose in un’Italia attraversata da guerre, massacri, popoli interi costretti a emigrare da una terra all’altra, dolore e violenza ovunque. Nella grande storia della Chiesa in via di strutturazione e delle sofferenze personali di Paola ha un ruolo determinante san Girolamo, segretario di papa Damaso e traduttore ed esegeta delle Sacre Scritture. Nel diario Paola descrive la quotidianità con efficacia: “Fidustio è il portiere e sta quasi sempre davanti la porta d’ingresso: si alza di primo mattino e si occupa della folla dei clientes che vengono da mio padre per chiedere favori e portare doni: li seleziona, dà la precedenza secondo i criteri fissati dal mio papà. Durante la notte dorme su una stuoia nella cella alla sinistra del vestibolo, se fa freddo si avvolge in una coperta fatta con tanti pezzi di stoffa, un centone. Dicono che ha quarant’anni, non ha più denti e per mangiare la sua focaccia deve bagnarla nell’acqua”.
Ma le tragedie della storia travolgono l’ordinaria esperienza quotidiana della giovane, quando nel 410 Alarico è di nuovo alle ‘Porte’ di Roma e i poveri alle porte della domus di Paola, che osserva: “Alarico è tornato ad assediare Roma, le trattative tra Alarico e Onorio si sono interrotte e i Goti prendono in ostaggio la città di Roma per la seconda volta”. La Città non si è ancora ripresa dalle conseguenze dell’assedio del 408, i Goti ormai conoscono bene le vie di rifornimento e i depositi alimentari di Roma".