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Papa Francesco: “La nostra fede nasce il mattino di Pasqua”

Papa Francesco Udienza |  | Lucia Ballester, ACI group
Papa Francesco Udienza | Lucia Ballester, ACI group
Papa Francesco, Udienza |  | L'Osservatore Romano, ACI group
Papa Francesco, Udienza | L'Osservatore Romano, ACI group

Cristo Risorto, nostra speranza. Nel ciclo di catechesi di Papa Francesco dedicate al tema della “speranza cristiana”, durante l’Udienza Generale, la Pasqua ne è certamente il perno. La nostra fede e la nostra speranza nascono quel mattino speciale, della Pasqua.

In una Piazza San Pietro affollata e gelida, nonostante la primavera, il Papa parte dalla Lettera di San Paolo ai Corinzi: “L’apostolo vuole dirimere una problematica che sicuramente nella comunità di Corinto era al centro delle discussioni. La risurrezione è l’ultimo argomento affrontato nella Lettera, ma probabilmente, in ordine di importanza, è il primo: tutto infatti poggia su questo presupposto”.

Infatti, per Francesco, la Resurrezione è il “nucleo centrale” della fede. “Il cristianesimo non è un’ideologia – precisa il Papa -  non è un sistema filosofico, ma un cammino di fede che parte da un avvenimento, testimoniato dai primi discepoli di Gesù”.

“Se infatti – continua Papa Francesco -  tutto fosse finito con la morte, in Lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non potrebbe generare la nostra fede. Perché la fede nasce dalla risurrezione. Accettare che Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è un fatto storico. Invece credere che è risorto sì. La nostra fede nasce il mattino di Pasqua”.

Poi il Papa fa un elenco ai presenti di tutti coloro a cui Gesù riprendendo l'apostolo Paolo. “In cima all’elenco ci sono Cefa, cioè Pietro, e il gruppo dei Dodici, poi “cinquecento fratelli” molti dei quali potevano rendere ancora la loro testimonianza, poi viene citato Giacomo. Ultimo della lista – come il meno degno di tutti – è lui stesso, Paolo, “come un aborto”.

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Da qui, durante l’Udienza, Francesco ricorda la storia dell’apostolo Paolo: “Lui non era un chierichetto, era un persecutore della Chiesa, orgoglioso delle proprie convinzioni; si sentiva un uomo arrivato, con un’idea molto limpida di cosa fosse la vita con i suoi doveri. Ma, in questo quadro perfetto, un giorno avviene ciò che era assolutamente imprevedibile: l’incontro con Gesù Risorto, sulla via di Damasco. Lì non ci fu soltanto un uomo che cadde a terra: ci fu una persona afferrata da un avvenimento che gli avrebbe capovolto il senso della vita, il persecutore che divenne apostolo".

Dunque la “ricerca di Dio nei nostri confronti”, perché “Gesù ci ha presi, ci ha afferrati, ci ha conquistati per non lasciarci più. Il cristianesimo è grazia, è sorpresa, e per questo motivo presuppone un cuore capace di stupore”. "Il cristianesimo è grazia", aggiunge a braccio Papa Francesco.

Conclude infine Francesco la sua catechesi: “Nel mattino di Pasqua possiamo fare come quelle persone di cui ci parla il Vangelo: andare al sepolcro di Gesù, vedere la grande pietra rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per me, per tutti noi, un futuro inaspettato. Qui c’è felicità, gioia e vita, dove tutti pensavano ci fosse solo tristezza, sconfitta e tenebre. Dio fa crescere i suoi fiori più belli in mezzo alle pietre più aride”.