Carpi , domenica, 16. aprile, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Celebriamo oggi l’evento che ha cambiato le sorti dell’umanità: la resurrezione di Cristo. Se l’esito finale della vita di Gesù fosse stata la morte, la sua esistenza si sarebbe rivelata inutile ed insensata.
Ma che cosa significa che Gesù è risorto? Significa che la morte ed il sepolcro non hanno potuto trattenere nel loro abbraccio il Figlio di Dio. Egli, infatti, apparve e si mostrò vivo a Maria Maddalena, alle donne, agli apostoli, a oltre 500 persone a Gerusalemme, e da ultimo a Saulo di Tarso.
Le parole cariche di novità che Gesù aveva detto e i miracoli che egli aveva compiuti nella sua vita terrena avevano fatto trasparire la sua divinità, ma questa si è manifestata definitivamente e pienamente nella resurrezione. Cristo, che ha vinto la morte, è vivo e in quanto tale è nostro contemporaneo. E’ presente ad ogni momento e in ogni luogo della storia. Egli è anche “qui”, “ora” e bussa alla porta della vita di ciascuno di noi. Scrive S. Ambrogio: “Oggi, mentre sto parlando, Cristo è con me; è in questo punto, è in questo momento; e se un cristiano sta adesso parlando in Armenia, là Gesù è presente” (Exp. In Lucam, II,13).
E’ questa la caratteristica fondamentale che distingue la religione cristiana da qualsiasi altra religione: Dio è con noi, Dio è nostro compagno di viaggio; è l’Amore che custodisce la nostra vita; è l’Amico che è continuamente al nostro fianco.
“Che necessità c’era – si domanda ancora S. Ambrogio – che Cristo assumesse la carne, salisse sulla croce, gustasse la morte, venisse sepolto e risorgesse, se non per la tua Risurrezione?” (Explanatio Simboli, 6). Gesù in definitiva risorge per noi.