Tirana , lunedì, 24. aprile, 2017 9:00 (ACI Stampa).
È una esperienza forte, quella che ha vissuto Jona. Una esperienza che l’ha portata a convertirsi al cristianesimo dall’Islam, la religione di tutta la famiglia che ormai però non la praticava più, e l’ha resa più forte e consapevole. Più capace di sognare, dice lei. Una esperienza che ha raccontato ai delegati del Simposio CCEE sull’accompagnamento dei giovani, che si è tenuto a Barcellona dal 28 al 31 marzo.
Jona viene dall’Albania, da un piccolo paese che è per maggioranza di religione islamica. Anche lei lo era. Ma ha fatto le scuole cattoliche, fino all’università. Perché - racconta – “le scuole cattoliche sono considerate tra le migliori, e i miei genitori volevano avessi una ottima formazione. Ma lì non ho trovato solo la formazione. Ho trovato un ambiente che mi ha riempito d’amore”.
Un ambiente in cui lei si ritrova subito anche grazie al retaggio della nonna. “Mia nonna – dice – era musulmana, e praticava l’Islam, diceva ogni giorno le cinque preghiere. Ma il concetto di Dio era profondamente cristiano. Mi diceva di non avere paura di Dio, mi ricordava che Dio è padre… mentre la fede musulmana insegna ad avere paura di Dio, lei mi ha sempre ricordato che Dio è un padre che ti ama. Ha educato così me, mia sorella e mio fratello. E ci ha dato una grande testimonianza, con la sua vita e con le sue opere”.
Nelle scuole cattoliche, fino alle superiori, Jona fa vita comunitaria, e – pur non essendo battezzata – partecipa alla Messa e alle attività religiose. Poi, arrivano l’università, e le difficoltà, il periodo che lei chiama “di buio”.
“Ho avuto – dice – un po’ di difficoltà con gli studi, e questo era anche colpa della vita personale. Ho fatto alcuni sbagli, mi sono arrabbiata con Dio, ho smesso di pregare. E così, il buio si è fatto più profondo”.