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Il Papa: “Sulla croce è nata e rinasce sempre la nostra speranza”

Papa Francesco, Udienza |  | Lucia Ballester, ACI group
Papa Francesco, Udienza | Lucia Ballester, ACI group
Papa Francesco, Udienza |  | Lucia Ballester, ACI group
Papa Francesco, Udienza | Lucia Ballester, ACI group

La speranza del mondo e la speranza della croce. Nella Settimana Santa il tema della speranza cristiana si lega inesorabilmente alla croce. E durante l’Udienza Generale in Piazza San Pietro Papa Francesco afferma: “Noi crediamo che proprio nel Crocifisso la nostra speranza è rinata. È una speranza diversa questa che nasce dalla croce, da quelle del mondo”.

Ma di che speranza si tratta? La catechesi di Francesco è chiara: “Ci può aiutare a capirlo quello che dice Gesù proprio dopo essere entrato a Gerusalemme: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Proviamo a pensare a un chicco o a un piccolo seme, che cade nel terreno. Se rimane chiuso in sé stesso, non succede nulla; se invece si spezza, si apre, allora dà vita a una spiga, a un germoglio, poi a una pianta che darà frutto”.

Dunque Gesù, come quel chicco di grano. Commenta il Pontefice: “Si è fatto piccolo, come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è “caduto in terra”. Ma non bastava ancora. Per portare frutto Gesù ha vissuto l’amore fino in fondo, lasciandosi spezzare dalla morte come un seme sotto terra. Proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza”.

"Se qualcuno di voi mi domandasse dove nasce la speranza? Dalla croce, guarda il Cristo crocifisso", aggiunge a braccio Papa Francesco.

Ed è proprio a Pasqua che Gesù ha trasformato “il nostro peccato in perdono, la nostra morte in risurrezione, la nostra paura in fiducia”. “Ecco perché lì sulla croce – osserva Francesco -  è nata e rinasce sempre la nostra speranza; ecco perché con Gesù ogni nostra oscurità può essere trasformata in luce, ogni sconfitta in vittoria, ogni delusione in speranza. La speranza supera tutto".

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Ma spesso sembra che l’amore ci tolga qualcosa. Il chiarimento del Papa arriva subito limpidamente: “Sembrerebbe così, perché chi ama perde potere; chi dona, si spossessa di qualcosa. In realtà la logica del seme che muore, dell’amore umile, è la via di Dio, e solo questa dà frutto”.

“Certo – continua ancora il Papa - questo amore vero passa attraverso la croce, il sacrificio, come per Gesù. La croce è il passaggio obbligato, ma non è la meta: la meta è la gloria, come ci mostra la Pasqua”.

Francesco conclude la sua catechesi lasciando un’immagine di Gesù e i suoi discepoli durante l’Ultima Cena, e un compito: “La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Ecco: donare la vita, non possederla, dà gioia; l’amore dà alla luce la vita e dà persino senso al dolore. L’amore è il motore che fa andare avanti la nostra speranza. Ho imparato ad amare? Imparo ogni giorno ad amare di più. Io vorrei darvi un compito da fare a casa: a tutti ci farà bene fermarsi davanti al crocifisso, tutti ne abbiamo uno a casa, guardatelo e ditegli : Con te niente è perduto, tu sei la mia speranza!"

Il saluto finale di Papa Francesco è dedicato ai partecipanti al 50° Congresso per studenti universitari, promosso dalla Prelatura dell’Opus Dei, dedicato alla riflessione sul tema del mondo in movimento.