Paliano (FR) , giovedì, 13. aprile, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Che fosse stata una fortezza rinascimentale, e per di più dell’antica famiglia romana dei Colonna, lo testimoniano gli affreschi raffiguranti le gesta di Marcantonio Colonna nella Sala del Capitano, le riproduzioni delle opere di Caravaggio, e anche la cappella, dove da poco la Caritas ha impiantato un nuovo altare. Ma il carcere di Paliano, dove Papa Francesco andrà a celebrare la Coena Domini, è qualcosa di più: è un luogo di misericordia.
Questo è riconosciuto da tutti, come da tutti è riconosciuto lo straordinario lavoro del direttore, Nadia Cersosimo. Situato nella diocesi di Palestrina, sotto l’amministrazione del vescovo Domenico Sigalini che tra poco compirà 75 anni ed ha il regalo della visita del Papa prima della “pensione”, il carcere di Paliano include due tipi particolari di detenuti: sono quasi tutti collaboratori di giustizia, persone che hanno fatto un percorso a ritroso dalla loro precedente vita e che cercano di riguadagnare il loro ruolo in società; e poi c’è una parte di malati di tubercolosi, quasi tutti immigrati, perché il sanatorio del carcere è l’unico in Italia attrezzato per questi tipo di malattia.
È un luogo dove si respira la storia. La struttura è nata nel 1565, su volontà di Marcantonio Colonna, che poi la famiglia Colonna donò allo stato Pontificio nel 1864, e che poi lo Stato italiano incamerò per utilizzarlo come carcere.
Non è una struttura facile da gestire. I collaboratori di giustizia devono continuamente muoversi sul territorio, per udienze e testimonianze, e il lavoro di relazione non viene fatto solo con i detenuti, ma anche con le Procure, con la Direzione Distrettuale Antimafia e con il Servizio Centrale Protezione. La cura dei malati di tubercolosi è una particolarità tutta da gestire.
Il direttore Cersosimo ha responsabilizzato tutti: ogni agente è responsabile di un progetto, che porta avanti in collaborazione con altre aree: la gestione della cucina, l’orto, l’organizzazione di spettacoli teatrali e musicali, scrittura di poesie e diesegni di murales, ma anche riproduzione di armi storiche e la collaborazione con l’associazione Palio per il corteo dell’Assunta. I detenuti sono tutti coinvolti in attività di ogni tipo, da quelle artigianali – nella Sala Marcantonio Colonna c’è un presepe fatto da loro – a quelle culinarie – il bar del carcere è rifornito del “bacio palianese”, dolce prodotto proprio nel carcere.