Città del Vaticano , domenica, 9. aprile, 2017 11:17 (ACI Stampa).
La Domenica delle Palme contiene in se il contrasto dell’entrata festosa di Gesù a Gerusalemme e del racconto della sua Passione. Lo ha spiegato il Papa, stamane, nell’omelia pronunciata in occasione della Messa della Domenica delle Palme.
Gesù entra a Gerusalemme non come “un profeta new age, un venditore di fumo, tutt’altro: è un Messia ben determinato, con la fisionomia concreta del servo, il servo di Dio e dell’uomo che va alla passione; è il grande Paziente del dolore umano”.
Guardando al suo ingresso - ricorda Francesco - oggi “pensiamo alle sofferenze che Lui dovrà patire in questa Settimana. Pensiamo alle calunnie, agli oltraggi, ai tranelli, ai tradimenti, all’abbandono, al giudizio iniquo, alle percosse, ai flagelli, alla corona di spine…, e infine alla via crucis, fino alla crocifissione”.
La strada di Gesù - scandisce il Papa - è la via della croce. E questa strada è anche la nostra. “Per seguire fedelmente Gesù, chiediamo la grazia di farlo non a parole ma nei fatti, e di avere la pazienza di sopportare la nostra croce: di non rifiutarla, non buttarla via, ma, guardando Lui, accettarla e portarla, giorno per giorno”.
Gesù - spiega il Pontefice - non va contemplato solo in astratto. Lui “è presente in tanti nostri fratelli e sorelle che oggi, oggi patiscono sofferenze come Lui: soffrono per un lavoro da schiavi, soffrono per i drammi familiari, per le malattie… Soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, a causa degli interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne ingannati, violati nella loro dignità, scartati…. Gesù è in loro, in ognuno di loro, e con quel volto sfigurato, con quella voce rotta ci chiede di essere guardato, di essere riconosciuto, di essere amato”.