Città del Vaticano , sabato, 8. aprile, 2017 11:00 (ACI Stampa).
Nel 1990 per la prima volta venne lanciata la Giornata Internazionale dei Rom. L’occasione era il 4° Congresso Internazionale Rom, che si svolgeva a Serock in Polonia. La data dell'8 aprile è stata scelta come riconoscimento del primo appuntamento di questo Congresso, nel 1971, un incontro che era stato parzialmente finanziato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Oggi ancora una volta questa giornata è una occasione per riflettere su una realtà difficile come quella dei popoli nomadi che in Europa e in Asia raccontano una storia diversa, am che portano al loro interno anche vicende drammatiche di degrado e, purtroppo di delinquenza. Popoli la cui storia è ricchissima e che la Chiesa cattolica ha sempre avuto nel cuore con una pastorale specifica.
Molte le iniziative per la giornata dal mondo ecclesiale. In Italia la Fondazione Migrantes ha pubblicato, nella collana esperienze e testimonianze, un volume di Susanna Placidi dal titolo ‘Una giornata particolare. L’incontro di Paolo VI con gli zingari a Pomezia’ (Tau Editrice). Il volume, che è introdotto da Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, e con una prefazione dell’Arcivescovo di Bologna, S.E. Matteo Zuppi, aiuta a rivivere, sulla scorta soprattutto di una documentazione inedita di un protagonista, don Bruno Nicolini, lo storico incontro di Paolo VI con i Rom a Pomezia, il 26 settembre 1965. Da quel giorno, il mondo dei rom trovò un posto particolare nel cuore della Chiesa e nella vita pastorale, alla luce dell’appello – ripetuto con forza da papa Francesco il 26 ottobre 2015 incontrando 7.000 rom di tutto il mondo”.
A livello europeo la Giornata fa seguito ad una settimana Rom dell’UE, con eventi organizzati presso il Parlamento europeo a Bruxelles e in tutta Europa per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo alla loro battaglia per la giustizia e il loro riconoscimento.
Come ricorda il CCEE oggi, un numero compreso fra 10 e 12 milioni di Rom vive in tutta Europa. Sono i custodi di valori importanti. La loro cultura eleva il valore della famiglia, pur vivendo in un tempo di crescente individualismo.