Valencia , mercoledì, 5. aprile, 2017 9:00 (ACI Stampa).
Vincenzo Ferrer nasce nel 1350 e muore nel 1419. Spagnolo di Valencia nel sangue portava tutta la fede e l'irruenza allegra dei santi spagnoli. Di indole studiosa e brillante prestò sentì la voce del Maestro che lo chiamava a seguirlo in un ordine con le sue stesse attitudini ovvero la studiosità e d il sacro fuoco della predicazione: l'Ordo praedicatorum.
La sua vita si svolse quasi tutta nell'ordine di San Domenico in quanto esso ne segui le orme.
E fu il modello più autentico di religioso, pensato da Domenico per i suoi: studio, predicazione e silenzio.
Entrato a 17 anni in convento ne seguì tutto l'iter fino ad arrivare dal 1385 ad insegnare Teologia ovvero la “Sacra Pagina”, come si diceva un tempo: un dotto ma di più un hombre de Dios.
Autore di un buon numero di trattati teologici, insegnò più con l'esempio che con le opere. Svolse il suo apostolato con la parola poichè si trovò ad operare in un contesto molto difficile. Seppe prendere le giuste proporzioni e schierarsi dalla parte di Dio riportando anche celebri missioni diplomatiche su questioni dinastiche presso la corona di Aragona. Questa situazione di incertezza però era quella che lo toccava più nel profondo scuotendolo passando anche attraverso una malattia che nel 1398 lo immobilizzò a lungo. Mail Signore -narrano i cronisti dell'epoca- gli apparve sanandolo e chiedendogli con San Domenico e San Francesco di predicare la Sua novella. E Vincenzo non se lo fece ripetere due volte.
Immediatamente prese sul serio tale invito ed andò predicando in quelle terre la vera fede e la retta dottrina cattolica. Non erano viaggi semplici: a piedi e camminando a volte per tutto il giorno con poco mangiare. Ma il santo valenciano aveva scelto Dio e non il suo appetito.