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Motu Proprio di Papa Francesco: i santuari sono luoghi di nuova evangelizzazione

Santuario di Lourdes | ll Santuario di Lourdes. Il motu proprio sulle competenze dei santuari è stato firmato il giorno della ricorrenza della Madonna di Lourdes | Wikimedia Commons Santuario di Lourdes | ll Santuario di Lourdes. Il motu proprio sulle competenze dei santuari è stato firmato il giorno della ricorrenza della Madonna di Lourdes | Wikimedia Commons

Con un breve motu proprio firmato l’11 febbraio, solennità della Madonna di Lourdes, ed entrato in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione, Papa Francesco stabilisce che le competenze dei santuari siano affidate al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, togliendo dunque questa competenza alla Congregazione per il Clero.

Sarà così il dicastero guidato dall’arcivescovo Rino Fisichella a decidere l’eventuale erezione di Santuari internazionali e l’approvazione dei rispettivi statuti; lo studio e l’attuazione di provvedimenti che favoriscano il ruolo evangelizzatore dei santuari; la promozione di “una pastorale organica dei Santuari come centri propulsori della nuova evangelizzazione”, così come di “di incontri nazionali e internazionali per favorire un’opera comune di rinnovamento della pastorale della pietà popolare e del pellegrinaggio verso luoghi di devozione”.

Il dicastero è anche chiamato a promuovere una “specifica formazione degli operatori dei santuari e dei luoghi di pietà e promozione”, e a valorizzare i santuari dal punto di vista culturale e artistico, nonché a vigilare che “venga offerta ai pellegrini, nei luoghi di percorrenza, una coerente e sostenuta assistenza spirituale ed ecclesiale che permetta il maggiore frutto personale di queste esperienze”.

Il provvedimento viene direttamente dal particolare interesse che ha il Papa nei confronti della pietà popolare, interesse confermato anche dalla scelta di nominare l’arcivescovo Henryk Hoser di Varsavia come inviato speciale della Santa Sede a Medjuogorje.

Si legge nel Motu proprio che “il Santuario possiede nella Chiesa una grande valenza simbolica”, e che la pietà popolare “trova nel Santuario un luogo privilegiato dove poter esprimere la bella tradizione di preghiera, di devozione e di affidamento alla misericordia di Dio inculturati nella vita di ogni popolo”. Un tema antico, che nasce con i pellegrinaggi verso i luoghi dove Gesù Cristo ha vissuto, successivamente verso i luoghi delle tombe degli apostoli, e poi ai luoghi “diventati ormai la maggioranza, dove la pietà popolare ha toccato con mano la misteriosa presenza della Madre di Dio, dei Santi e dei Beati.”

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I santuari sono “segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti”, i quali “sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi: un’esperienza di vera spiritualità che non può essere svalutata, pena il mortificare l’azione dello Spirito Santo e la vita di grazia”, perché in fondo “molti Santuari sono stati a tal punto percepiti come parte della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità da aver plasmato l’identità di intere generazioni, fino ad incidere sulla storia di alcune nazioni”.

I santuari sono luoghi che “nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni”, e nel santuario “i fedeli possono ricevere un sostegno per il loro cammino ordinario nella parrocchia e nella comunità cristiana. Questa osmosi tra il pellegrinaggio al Santuario e la vita di tutti i giorni è un valido aiuto per la pastorale, perché le consente di ravvivare l’impegno di evangelizzazione mediante una testimonianza più convinta”.

Ricorda il Papa nel Motu Proprio che il santuario è un “Luogo sacro” dove “la proclamazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione e dell’Eucaristia, e la testimonianza della carità esprimono il grande impegno della Chiesa per l’evangelizzazione”. Si tratta, insomma di luoghi di evangelizzazione”, dove c’è una vera e propria “pedagogia di evangelizzazione” che conduce i pellegrini “ad un impegno sempre più responsabile sia nella loro formazione cristiana, sia nella necessaria testimonianza di carità che ne scaturisce”.

Per questo, è chiaro che i santuari “sono chiamati a svolgere un ruolo nella nuova evangelizzazione della società di oggi e che la Chiesa è chiamata a valorizzare pastoralmente le mozioni del cuore che si esprimono attraverso le peregrinazioni ai Santuari e ai luoghi di devozione”.

Da qui la decisione del Papa di “trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in virtù dell’art. 97, 1 della Cost. ap. Pastor Bonus, erano finora attribuite alla Congregazione per il Clero e anche quelle previste nell’art. 151 della medesima Costituzione riguardo ai viaggi per motivi di pietà, senza pregiudizio, però, dei compiti delle legittime Autorità ecclesiastiche e di quelli che, in virtù di leggi speciali, spettano ad altri organismi nei confronti di determinati Santuari”.