Città del Vaticano , venerdì, 31. marzo, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Quando Papa Francesco arriverà in Egitto mancheranno solo pochi giorni all’inizio del mese dedicato a Maria, maggio.
Ma forse non tutti sanno che la celebrazione del mese mariano è stata introdotta prima in Oriente, e in Occidente è arrivata con un ritardo di quasi un millennio. Proprio in Egitto nei secoli VI e VII esisteva una liturgia quotidiana del mese mariano (Kiahk), che andava dal 27 novembre al 26 dicembre per i cattolici e dal 10 dicembre all‘8 gennaio per gli ortodossi e tutta incentrata nella preparazione al Natale e nella lode alla Vergine Madre.
Pietà popolare che vive attraverso i secoli e si diffonde da est ad ovest. Di questo e di molte altre tradizioni liturgiche orientali si parla in questi giorni Pontificio Istituto Orientale che nell’anno del centenario organizza una serie di giornate di studio. "La saggezza dei quartieri popolari, una liturgia dal basso" è il tema che viene affrontato da diversi punti di vista.
A cominciare dalla Dossologia del dogma dell’Incarnazione di Gesù Cristo nei canti popolari di Natale nella tradizione slava, fino alle usanze della nascita di un bambino nei Cristiani di San Tommaso in Malabar o alla “Lamproba” - ossia la Candelora nella tradizione Georgiana - o agli elementi culturali nel sacramento del matrimonio nella tradizione ortodossa siriaca in Kerala.
Dall’Egitto arriva anche una interessante tradizione liturgica legata alla Settimana Santa. La Chiesa Copta in Egitto è infatti una delle Chiese Orientali che ha conservato nella sua vita liturgica, attraverso una lunga storia, molti elementi che si sono radicalizzati nella specificità del cristianesimo egiziano accanto alle grandi tradizioni comuni.