E il Papa aggiunge: “Quante volte abbiamo confuso unità con uniformità? O quante volte abbiamo confuso pluralità con pluralismo? Lo Spirito Santo fa la pluralità. In entrambi i casi ciò che si cerca di fare è ridurre la tensione e cancellare il conflitto o l’ambivalenza a cui siamo sottoposti in quanto esseri umani. Cercare di eliminare uno dei poli della tensione è eliminare il modo in cui Dio ha voluto rivelarsi nell’umanità del suo Figlio. Tutto ciò che non assume il dramma umano può essere una teoria molto chiara e distinta ma non coerente con la Rivelazione e perciò ideologica. La fede per essere cristiana e non illusoria deve configurarsi all’interno dei processi umani senza ridursi ad essi”.
Il Papa ritorna sul tema del discernimento per dare anche ai giovani la capacità di andare sul cammino della vita con lo Spirito Santo.
Dobbiamo incrementare l’habitus del discernimento dice, e questo richiede una grazia.
Una domanda viene da un diacono permanente cui il Papa ricorda che si tratta di “una vocazione familiare che richiama il servizio come uno dei doni caratteristici del popolo di Dio. Il diacono è – per così dire – il custode del servizio nella Chiesa. Il servizio alla Parola, il servizio all’Altare, il servizio ai Poveri”. E dice, voi “siete sacramento del servizio a Dio e ai fratelli”. Niente clericalismi quindi, ma servizio. Il Papa ripropone alcuni passi delle Scritture, le commenta e ricorda il compito del diacono, del vescovo, del presbitero. “Voi diaconi siete i custodi del servizio nella Chiesa”.
E c’è poi il tema della minoranza o meglio della “minorità” che non deve significare rassegnazione perché “la nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata”.
E’ un atteggiamento francescano, dice il Papa. Pochi si, rassegnati no, dice il Papa. E se si cade nella rassegnazione perdiamo misericordia che invece da la pace.
E aggiunge che le congregazioni “non sono nate per essere la massa, ma un po’ di sale e un po’ di lievito, che avrebbe dato il proprio contributo perché la massa crescesse; perché il Popolo di Dio avesse quel “condimento” che gli mancava”.
Avviare processi quindi più che occupare spazi. Ma attenzione, dice il Papa “potete pensare un pasto con molto sale? O una pasta totalmente fermentata? Nessuno lo mangerebbe, nessuno potrebbe digerirla. Oggi, la realtà ci chiama ad avviare processi più che occupare spazi, a lottare per l’unità più che attaccarci a conflitti passati, ad ascoltare la realtà, ad aprirci alla “massa”, al santo Popolo fedele di Dio, al tutto ecclesiale. Il Papa parla delle strutture da gestire, “ magari una economa che fa crollare tutto è una grazia” sennò si perde la povertà”.
E aggiunge: “ Ciò che il Papa può dirvi è questo: siete poche, siete pochi, quelli che siete, andate nelle periferie, andate ai confini a incontrarvi col Signore, a rinnovare la missione delle origini, alla Galilea del primo incontro. Scegliete le periferie, risvegliate processi, accendete la speranza spenta e fiaccata da una società che è diventata insensibile al dolore degli altri”. E aggiunge: " la logica di Dio non si capisce, soltanto si obbedisce".
Concluse le riflessioni del Papa in Duomo, Francesco sul sagrato ha recitato l' Angelus con la gente di Milano. E nel saluro dice: "la nebbia se ne è andata".
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