Milano , sabato, 25. marzo, 2017 9:25 (ACI Stampa).
Come suo solito parte dalle periferie Papa Francesco. Lo aveva fatto a Napoli e lo rifà a Milano città che negli anni 60 di napoletani ne ha ricevuto molti. Magari non li ha accolti. E ora sono i rom e gli islamici ad essere nella stessa situazione.
Sono le 8.30 quando il Papa arriva a Casebianche accompagnato dal cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e da don Augusto Bonora, Parroco di San Galdino. Una grande festa per un quartiere abitato da povera gente.
Il Papa dopo qualche saluto va a salutare tre famiglie, due italiane, una islamica, è gente piena di problemi, con storia di alcolismo alle spalle, ma anche pieni di voglia di riscatto e di collaborazione, e ci sono due anziani con una bella storia di fede.
Alla gente raccolta sul piazzale del quartiere il Papa dice grazie per i due doni ricevuti: una stola e l’immagine della Madonnina del Duomo.
Una stola, dice il Papa che “è stata creata qui, è stata tessuta da alcuni di voi, in maniera artigianale. Questo la rende molto più preziosa; e ricorda che il sacerdote cristiano è scelto dal popolo e al servizio del popolo; il mio sacerdozio, come quello del vostro parroco e degli altri preti che lavorano qui, è dono di Cristo, ma è “tessuto” da voi, dalla nostra gente, con la sua fede, le sue fatiche, le sue preghiere, le sue lacrime…”. Il sacerdozio è un dono di Cristo ma intessuto dalla gente.