Locri , domenica, 19. marzo, 2017 15:00 (ACI Stampa).
Oggi il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, è in Calabria per incontrare i familiari delle vittime innocenti delle mafie. Da ieri a Locri, sono giunti, per la XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno, oltre 600 familiari, da tutt’Italia ma anche da altri Paesi del mondo. Anche Mattarella è un familiare di vittime di mafia: il fratello, Piersanti, venne ucciso il 6 gennaio del 1980 a Palermo. Il primo a soccorrerlo fu proprio lui.
Ieri sera a Locri il prologo alla Giornata delle Memoria e dell’Impegno che si svolgerà il 21 marzo con un’assemblea al Palazzo della Cultura di Locri alla quale è voluto essere “presente” anche Papa Francesco con un suo messaggio affidato al segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino giunto a Locri ieri mattina.
Nel messaggio, firmato dal Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, Francesco invia il suo “cordiale saluto e l'espressione della sua spirituale vicinanza a quanti sono convenuti a Locri, in occasione della giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie, per ricordare coloro che hanno perso la vita e manifestare sentimenti di condivisione con i loro familiari”. Il pontefice auspica che l'incontro di questi giorni “aiuti a riflettere sulle cause delle numerose violazioni del diritto della legalità, che in non pochi casi sfociano in episodi di violenza e fatti delittuosi” ed incoraggia la comunità cristiana e civile ad “impegnarsi sempre più nella costruzione di una società giusta, libera dai condizionamenti malavitosi e pacifica, dove siano tutelati, dagli organi competenti, le persone oneste e il bene comune”.
Dopo aver letto il messaggio del Papa, il vescovo Galantino, presente a Locri a nome di tutta la Chiesa che è in Italia, rivolgendosi ai familiari delle vittime ha detto che “il vostro lutto, il vostro dolore e la vostra sofferenza non possono e non devono restare chiusi nella vostra casa e nella cerchia dei vostri parenti e conoscenti. Il vostro lutto, il vostro dolore, la vostra sofferenza – ha aggiunto - portati con grande dignità in pubblico, devono provocare rimprovero, vergogna e condanna per coloro che questi lutti lo hanno provocato per realizzare i propri piani di sopraffazione malavitosa. Non siete voi a dover rimanere chiusi nel vostro dolore, devono essere loro a nascondersi e vergognarsi”.
Da qui il richiamo alla responsabilità per quanti “amministrano a diversi livelli la cosa pubblica- incontrando queste persone - devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare, devono avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto. Il vostro lutto il vostro dolore e la vostra sofferenza hanno tanto da dire anche a noi. Deve essere sempre chiaro a tutti che con parole forti e gesti credibili la Chiesa è lontana mille miglia da chi con arroganza e prepotenza vuole imporre logiche di sopraffazione e di malavita, da chi a volte cerca in maniera subdola di strumentalizzare la Chiesa e le realtà sacre per coprire le proprie malefatte”.