Città del Vaticano , domenica, 19. marzo, 2017 12:13 (ACI Stampa).
Il Battesimo è “l’acqua della vita eterna effusa nei nostri cuori nel giorno del Battesimo” eppure questa grazia forse la dimentichiamo o la riduciamo a “un mero dato anagrafico” o “cerchiamo pozzi le cui acque non ci dissetano”. Papa Francesco – che da sempre chiede di ricordare la data del Battesimo come quella della propria nascita – prende spunto dal brano del Vangelo della Samaritana per rinnovare l’appello ad avvicinarci a Dio.
Angelus di piazza San Pietro, giorno di San Giuseppe, in una giornata grigia che contrasta con il tempo primaverile che c’è stato a Roma in questi giorni. Solita folla di fedeli per l’Angelus del Papa, che oggi, tra l’altro, celebra il quarto anniversario della sua messa di inizio del suo ministero petrino.
Il Papa, però, non indulge alle celebrazioni. C’è, alla fine dell’Angelus, il ricordo delle popolazioni del Perù colpite dall’alluvione, ai neocatecumenali di Lituania e Angola, ai responsabili di Sant’Egidio di Africa e Asia. C’è l’accenno a un nuovo beato, Josef Mayr-Nusser, che rifiutò il nazismo, "un modello per i fedeli laici, specialmente per i papà, che oggi ricordiamo con grande affetto, anche se la festa liturgica di san Giuseppe, loro patrono, quest’anno sarà celebrata domani".
L’Angelus, invece, si concentra come di consueto sul Vangelo del giorno, sul dialogo tra Gesù e una donna che proviene da un popolo che gli ebrei consideravano “eretico e scismatico” che pure fu uno dei primi “ad aderire alla predicazione cristiana degli apostoli”.
Il dialogo nasce proprio dalla richiesta di Gesù, perché era inusuale che un Giudeo chiedesse qualcosa a una samaritana. Ma Gesù risponde spiazzando la samaritana, dicendo che sarebbe lei, se solo sapesse chi è lui, a chiedergli di darle da bare “acqua viva”. “