Bolzano , giovedì, 16. marzo, 2017 17:55 (ACI Stampa).
Riconosciuto martire da papa Francesco, Josef Mayr-Nusser sarà proclamato beato sabato 18 marzo nel Duomo di Bolzano, in quanto sviluppò una grande attenzione verso i più poveri sin dalla prima giovinezza, diventando membro delle Conferenze di San Vincenzo. Accrebbe la sua formazione leggendo in autonomia grandi autori spirituali e aderì all’Azione Cattolica proprio mentre l’associazione era apertamente osteggiata dal regime fascista. Di fronte alla questione delle ‘opzioni’ dell’Alto Adige, invitò i suoi conterranei a rimanere e aderì al movimento di resistenza intitolato all’eroe Andreas Hofer.
Arruolato a forza nell’esercito nazista, sopportò l’indottrinamento e le esercitazioni militari, finché, la mattina del 4 ottobre 1944, non dichiarò apertamente che non intendeva giurare fedeltà a Hitler, per non sostituire il culto dovuto solo a Dio con quello della personalità del capo politico tedesco. Avrebbe dovuto essere trasferito al campo di Dachau, ma morì lungo il tragitto, il 24 febbraio 1945, a causa della dissenteria e della febbre. Il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, commentando l’annuncio della beatificazione, ha detto: “Josef Mayr-Nusser ha molto da dire a noi e al nostro tempo. Non è solo una persona che ha rifiutato di prestare giuramento ad Adolf Hitler, ma è uno che ha curato e vissuto l’identità cristiana. Ritengo che questa figura coraggiosa e scomoda, che ci ricorda un capitolo buio e per molti sofferto della nostra storia sia soprattutto un testimone attendibile e coerente che segue la propria coscienza; una coscienza che si rifà al Vangelo e alla dottrina della Chiesa… Egli è un uomo che agisce partendo dalla convinzione biblica che bisogna obbedire più a Dio che agli uomini”.
A ripercorrere la storia di questo altoatesino che fu presidente dei giovani della locale Azione Cattolica e impegnato nel volontariato vincenziano e a riproporne l’attualità della testimonianza è il libro ‘Fedeltà e coraggio’, scritto da Paolo Bill Valente, direttore della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone: “Quella di Josef è una testimonianza di tragica attualità, in un mondo in cui emergono nuovi Führer o aspiranti tali, in cui ricompaiono muri e confini, in cui la verità è sommersa da una colata di bugie”.
Perchè Mayr-Nusser sarà proclamato beato?
Josef Mayr-Nusser fin da molto giovane fu uno che cercava il senso delle cose. Cercava una stella da seguire. Non a caso avrebbe voluto studiare astronomia. Cercava luci nella notte. Orfano di padre, frequentò le scuole commerciali e divenne un contabile. Una persona come tante. In ufficio conobbe Hildegard, la donna che divenne sua moglie e che lo accompagnò nella sua testimonianza. Quando nel settembre del 1944 fu arruolato forzosamente nelle SS, partì per Konitz, nell’allora Prussia occidentale. Il giorno prima del giuramento, durante le prove generali, si alzò e dichiarò che lui non avrebbe mai potuto giurare a Hitler ‘fedeltà e coraggio’. Fu arrestato, processato, condannato. Morì di stenti sul treno che lo portava a Dachau. Papa Francesco lo ha riconosciuto come martire (testimone), perciò sarà proclamato beato. Ma bisogna dire che il suo ‘no’ fu un ‘sì’ alla vita. Un passo maturato come dirigente dei giovani di Azione Cattolica e come membro attivo della San Vincenzo, ambiti in cui aveva imparato a mettersi al servizio dei più giovani e dei più poveri.