Città del Vaticano , martedì, 14. marzo, 2017 9:00 (ACI Stampa).
Il tempo della Quaresima è tempo propizio di penitenza e riconciliazione. Ne abbiamo parlato con il cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore.
Ecco qualche suggerimento per vivere al meglio questo tempo, sapendo che molti dei cosiddetti “poco praticanti” si avvicinano alla Chiesa in queste grandi occasioni.
Innanzitutto ringraziamo il Signore che, almeno nei tempi forti ed in occasione della domenica delle Palme (in Passione Domini) e della Santa Pasqua, molti fedeli sentono la necessità di avvicinarsi ai sacramenti. Certamente questa è ancora un’eredità dell’antica formazione dottrinale, secondo la quale era necessario confessarsi almeno una volta l’anno e comunicarsi almeno a Pasqua. In un contesto ancora culturalmente del tutto cristiano, erano certamente indicazioni utili. Oggi si tratta di comprendere l’enorme distanza che può crearsi tra fede e vita e, non sprecando queste occasioni tradizionali di riavvicinamento, trasformarle in “nuove partenze” per la fede. Fermo restando che la Confessione sacramentale è la sola vera ripartenza per ciascuno di noi! In ogni confessione il battezzato viene interiormente rinnovato, e la sua vita spirituale riparte, con tutti gli infiniti doni di grazia, che il Sacramento porta.
Perché la Chiesa insiste sulla confessione e sulla comunione pasquale?
La Pasqua è il centro dell’anno liturgico perché è il centro della nostra fede. Il fatto della Risurrezione di Gesù, della quale gli Apostoli sono testimoni e non certamente creatori, è alla radice dell’esistenza stessa del cristianesimo e solo alla luce della risurrezione si comprende l’identità divina di Gesù ed il mistero dell’Incarnazione del Logos. Questa centralità è sottolineata, da ben prima del Concilio Vaticano II, dall’invito a partecipare alla passione di Cristo attraverso la penitenza personale, a lasciarsi “lavare” dal sangue dell’Agnello, nel sacramento battesimale della riconciliazione, che dalla Croce scaturisce, ed a partecipare, perciò, alla Santa Messa, alla festa di nozze dell’Agnello. La confessione e la Santa Comunione hanno sempre uno straordinario valore capace di rinnovare l’uomo, ma celebrate a Pasqua hanno un valore spirituale e liturgico oggettivamente più evidente e, mi si permetta, anche un valore esorcistico.