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Il Papa a Tor Bella Monaca: 'Gesù non può essere ingannato'

Francesco in periferia: 'Se non vivi secondo lo spirito delle Beatitudini, non sei cattolico. Sei ipocrita'

Papa a Tor Bella Monaca | Papa a Tor Bella Monaca | Luca Caruso Papa a Tor Bella Monaca | Papa a Tor Bella Monaca | Luca Caruso

 

“Gesù, può fidarsi di me? Gesù, può fidarsi di me, o faccio la doppia faccia? Faccio il cattolico, quello vicino alla Chiesa, e poi vivo come un pagano?”. E' la domanda che a metà del percorso di Quaresima il Papa ha rivolto nell'omelia ai fedeli della parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca.

Cristo – ha ammonito Francesco – non può essere ingannato. “Non possiamo, davanti a Lui, fare finta di essere santi, e chiudere gli occhi, fare così, e poi fare una vita che non sia quella che Lui vuole. E Lui lo sa. E tutti sappiamo il nome che Gesù dava a questi con la doppia faccia: ipocriti”.

Riconoscersi peccatori non spaventa Gesù. “Lui – ha aggiunto ancora Papa Bergoglio – quello che lo allontana, è la doppia faccia: farsi vedere giusto per coprire il peccato nascosto: se tu non vivi secondo lo spirito delle Beatitudini, non sei cattolico. Sei ipocrita”.

Come nel Tempio di Gerusalemme Gesù ha trovato sporcizia, così anche nel nostro intimo “ci sono sporcizie, ci sono peccati di egoismo, di superbia, di orgoglio, di cupidigia, di invidia, di gelosie… tanti peccati!”. Così come il Signore ha fatto pulizia nel Tempio, così potrà anche pulire la nostra anima e lo farà – ha concluso il Papa – non con la frusta, ma con la misericordia. “Se noi apriamo il nostro cuore alla misericordia di Gesù perché pulisca il nostro cuore e la nostra anima – ha concluso il Papa – Gesù si fiderà di noi”.

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Incontrando il Consiglio pastorale, Papa Francesco ha parlato ancora una volta di temi sociali. “La gente di Tor Bella Monaca – ha scandito il Pontefice – è buona, è gente buona. Ha soltanto un difetto, ma è lo stesso difetto che avevano Gesù, Maria, Giuseppe: di essere povera. La povertà… Con la differenza che Giuseppe aveva un lavoro, Gesù aveva un lavoro. Tanta gente di qua non ne ha. E deve dare da mangiare ai figli! E come si arrangia? Questo è il vostro dramma, della gente di qua. Quella bontà messa alla prova dall’ingiustizia; dall’ingiustizia della disoccupazione o della discriminazione. E questo è peccato, è peccato grave. E tanta gente che è buona è costretta a fare cose brutte”.

Di fronte ad una situazione simile il Papa ha raccomandato il consiglio pastorale della vicinanza. “Dobbiamo andare – ha suggerito Francesco – con la vicinanza, con quella carezza che Gesù ci ha insegnato. Per salvarci Dio si è fatto vicino a noi, si è fatto uno di noi: Gesù, e ha sofferto come noi! Questa è la strada: vicinanza. Se c’è tanta ingiustizia, facendo manifestazioni politiche contro l’ingiustizia, gridando, e poi andare a mangiare una bella pizza con la birra, non serve. Serve la vicinanza, le carezze, l’amore, il condividere la vita”.