Città del Vaticano , martedì, 14. marzo, 2017 13:00 (ACI Stampa).
La vivacità degli Stati Uniti, la crescita tutta da scoprire dell’Africa. E le loro contraddizioni. Ha visto tutto questo l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, in due recenti viaggi. E lo racconta in una conversazione esclusiva con ACI Stampa. Sottolineando che “l’umanesimo europeo deve dialogare con la vivacità americana”. E che la nuova frontiera dell’Europa è quella di una “Eurafrica appassionata”.
Si comincia dal viaggio negli Stati Uniti, dove il presidente della Pontificia Accademia della Vita è stato chiamato a dare un discorso al 26esimo workshop biennale per i vescovi. “Mi sono sentito in sintonia con loro quando ho detto loro che siamo chiamati a difendere la vita e l’uomo anche cercando alleati, perché ne va del futuro stesso dell’umanità”.
Il quadro che tratteggia l’arcivescovo è quello di una Chiesa Cattolica che deve trovare appoggi nel mondo moderno, ma senza “perdere uno iota del messaggio evangelico”, perché “questo è un linguaggio gratuito secondo me irresistibile. Io sono convinto che il Vangelo è un magistero non solo inattaccabile, ma l’unico capace di dare risposte”.
Cosa ha visto l’arcivescovo Paglia negli Stati Uniti? Prima di tutto, la vivacità sui temi della vita. “Il solo fatto – racconta – che negli Stati Uniti c’è un National Bioethic Catholic Center, fondato nel 1972 dalla Catholic Health center e dal Card. Carberry, mostra la chiaroveggenza della Chiesa americana: hanno compreso prima degli altri, hanno affrontato queste tematiche in maniera forte, sin dal suo nascere”.
Una chiaroveggenza che può avere i suoi “contro” con il fatto che la dialettica messa in campo “viene cooptata dai due schieramenti”. Ma – aggiunge Paglia – “ se noi prescindiamo dagli schieramenti e affrontiamo il contenuto, l’esperienza degli Stati Uniti può essere di grande aiuto”.