Macerata , giovedì, 9. marzo, 2017 12:00 (ACI Stampa).
Con la celebrazione eucaristica delle Ceneri è iniziata la quaresima, ed il vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, ha diffuso nelle parrocchie un libretto che accompagna giornalmente i fedeli nella preghiera e nella riflessione. Nell’introduzione il vescovo ha scritto che il tempo di quaresima sia un’occasione per viverlo nella fede, nella speranza e nella carità: “La Quaresima e la Pasqua di quest’anno per molte persone sono segnate dal terremoto e dai disagi che comporta per tutti. Sforziamoci, con l’aiuto di Dio, di non subire solo questa sofferenza, ma di offrirla nella fede, perché diventi una occasione di maturazione umana e cristiana. Quando tutto vacilla si scoprono le cose veramente preziose: quelle che non crollano e su cui appoggiare la vita come su un fondamento solido”.
Proprio il tempo ‘particolare’, in cui le città della diocesi hanno vissuto, ha permesso di scoprire alcuni valori, forse nel tempo trascurati: “Si scopre il valore dell’unità familiare, della innocenza dei bambini e della sapienza degli anziani. Si scopre il valore della preghiera e quanto è importante la presenza di Dio in mezzo a noi, anche con il segno delle tante chiese che punteggiano le nostre piazze”. Però dopo il pianto arriva la consapevolezza dell’impegno della ricostruzione: “Solo ora che sono chiuse e pericolanti molti scoprono che quelle ‘case di Dio in mezzo alle case degli uomini’ che sono le nostre parrocchie, sono luoghi da cui si irradia la fede, la speranza e la carità, di cui non possiamo fare a meno. Tante nostre chiese, tra cui la Cattedrale e le quattro Concattedrali sono fortemente lesionate e molte del tutto chiuse. Ci attende un tempo di ricostruzione delle case, delle chiese e delle scuole, ma anche delle famiglie, della vita di fede e dell’impegno educativo”.
Di fronte alla sfida della ricostruzione di un territorio ‘martoriato’, mons. Marconi afferma che anche la Chiesa non ha abbandonato la gente: “Davanti a questa sfida la nostra Chiesa diocesana trema, ma non crolla perché il terremoto ci sta insegnando che: ‘Amare è ricostruire!’. Un piccolo mattone è anche questo libretto che ogni giorno ti propone di pregare, leggendo il Vangelo e meditando il suo insegnamento”. Riprendendo alcune frasi della sua lettera pastorale, intitolata ‘Rifarsi prossimo’, dedicata al tema della carità, il vescovo della diocesi di Macerata ha spiegato la struttura dell’opuscolo: “Poi ogni giorno l’ultimo spunto di riflessione viene dalle storielle che fanno pensare e sorridere e che ho raccolto dal grande mare di internet. E’ un mare dove bisogna saper pescare con sapienza, perchè contiene pesci buoni e pesci cattivi. Credo che ogni genitore oggi dovrebbe riflettere che insegnare a navigare in internet senza naufragare nel male, è una educazione indispensabile da trasmettere ai figli. Non vanno lasciati soli quando si avventurano in questo oceano: bello, ma molto pericoloso”.
Ed a corredo del sussidio nella pagina introduttivo pone l’opera di Vincent Van Gogh, ‘Il buon Samaritano, con questa spiegazione: “Quest’opera fu dipinta nel maggio 1890, anno della morte dell’artista, copiandone il soggetto da una litografia di Delacroix. L’autore era appena uscito da una pesante crisi depressiva e i pensieri religiosi, espressi anche in questa tela, lo aiutavano nella lenta risalita verso la luce… E’ la vittoria sulla morte prodotta dall’amore, che il pittore vuol dipingere con i colori squillanti della resurrezione”. Ricostruendo l’azione del buon Samaritano, secondo mons. Marconi, l’artista mette in evidenza l’azione caritativa del samaritano in primo piano, mentre il sacerdote ed il levita si perdono nel fondo della strada: “Colpisce che la Carità sia descritta come un’azione corale che unisce tutti in un solo abbraccio: il samaritano, l’uomo spogliato dai briganti ed anche lo stesso ronzino che, come può, cerca di collaborare. I colori della Carità di cui è rivestito il Samaritano sono: il rosso del cuore, l’oro della vera ricchezza, e l’azzurro striato del cielo. La carità è azione, è movimento, è impegno fragile e instabile dove si cerca di fare ciò che si può. Caricare il poveraccio così conciato su una sella così in alto sembra impossibile, ma chi guarda il quadro è spinto alla
fiducia; c’è un bel tono generale di speranza che illumina tutta la scena”.
Secondo mons. Marconi Van Gogh delinea perfettamente con le sue precise pennellate il prossimo, tratteggiando la strada per la salvezza: “Il prossimo, quest’uomo che scendeva da Gerusalemme, viene soccorso dal Samaritano che non ha tempo, ha impegni urgenti, ma non demanda, non chiede ad altri e si fa carico, si fa prossimo, fondendosi in quell’abbraccio che nella tela di Van Gogh è portatore di una forte carica emotiva che coinvolge, perchè non c’è altro da fare: ‘Va’ e anche tu fa lo stesso’. Diversamente l’uomo non si salva, né tu né lui”.