Ariccia (RM) , mercoledì, 8. marzo, 2017 10:00 (ACI Stampa).
“Il pane e il corpo, il vino e il sangue” nel Vangelo di Matteo. E' il tema su cui si concentra la terza meditazione offerta nella mattinata di ieri al Papa e alla Curia Romana da Padre Giulio Michelini, predicatore degli Esercizi spirituali ad Ariccia. Dall’offerta totale di Gesù in corpo e sangue per la salvezza dell’umanità, il predicatore trae un messaggio di unità e condivisione per tutti i cristiani.
“In questo mangiare insieme c’è la bellezza della condivisione - spiega il predicatore- ma anche la nostra umanità, il peccato e la fragilità simboleggiati dal cibo. Possiamo immaginarci che cosa deve essere accaduto in quella cena. Era una festa: naturalmente i teologi e gli esegeti discutono molto sul carattere pasquale o meno di questa cena. Ma è chiaro che era bello per loro stare insieme. Ma stare insieme mette in rilievo anche la nostra umanità. E questi elementi sono presenti nella cena di Gesù: il primo, quello dell’amore, con il quale questa cena è stata preparata, e l’amore che Gesù offre con il cibo che dona. Ma c’è anche, in questa cena, l’odio, la fragilità, la divisione. Mangiare il cibo, se ci pensiamo bene poi, ha a che fare proprio con una dimensione umana”.
Dunque nell'Ultima Cena: festa e comunione, ma anche peccato e fragilità.
Proprio per mezzo del cibo mangiato insieme, Gesù lascia un esempio e il segno della sua futura presenza. Prosegue così il predicatore: “Per noi credenti in Gesù, è proprio la Parola che si è fatta carne. E dunque, tutto ciò che Gesù, il Figlio, aveva offerto di sé, la sua divinità, era stata offerta con l’Incarnazione. Tutto quello che il Figlio, che il Verbo e la Parola poteva offrire, nella sua divinità, è stato offerto con l’Incarnazione”.
Infine tutto questo porta alla remissione dei peccati. “Ma solo qui – spiega Padre Michelini - con il sangue versato, finalmente allora emerge il modo con il quale verranno perdonati i peccati: e cioè con la morte del Cristo”.