Città del Vaticano , domenica, 19. marzo, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Il 19 marzo 1937, in un'epoca politica e sociale molto distante dalla nostra, Papa Pio XI pubblicò l'enciclica - attinente alla dottrina sociale della Chiesa - Divini Redemptoris, che oggi, compie 80 anni.
Con questo testo il Papa tendeva a dare una risposta, unica e soprattutto unitaria, su alcuni temi cari all'azione sociale della Chiesa. In modo particolare l'enciclica muove i suoi passi per offrire una risposta chiarificatrice ai temi che negano l'esistenza di Dio, al materialismo imperante ed alle dottrine economiche libersiste.
Quindi si pone un progetto sociale molto vasto: affermare la retta strada fra più teorie.Ma tale atto della Sede Apostolica nato sulla scorta di dare una risposta profonda e negatrice alla teoria ateista in realtà dice di più. A ben leggere il testo, nella seconda parte, esso rilancia in maniera affermativa e positiva i valori della tradizione cristiana. La seconda parte del documento è la pars costruens, la quale allarga i propri orizzonti verso vette giuridiche e di affermazione di valori inalienabili per l'uomo e che solo Dio può ben concepire in quanto ogni principio a Lui si riferisce. In tale sezione l'enciclica offre delle soluzioni alla situazione di crisi, sorta sul crinale degli anni '30 e '40, parlando della “carità fraterna”, della “giustizia sociale”, la “famiglia”, i “rapporti giuridici fra cittadini”e passando inoltre in rassegna le principali osservazioni sul rapporto delicatissimo fra Chiesa e Stato.
Il punto di forza del documento - oltre a confermare l'esistenza di Dio - è quello di costruire con presupposti solidi una società cristiana fondata sul lavoro, sula famiglia, su un equo equilibrio fra il salario e gli interessi dei datori e sulla promozione dei rapporti di giustizia sociale (che nel documento sono inseriti nella sezione 4, punto 4).