Città del Vaticano , sabato, 4. marzo, 2017 11:53 (ACI Stampa).
Salvaguardare e valorizzare il patrimonio ereditato e inculture nei linguaggi dell’attualità.
Si parla di musica sacra e Papa Francesco ripete questo principio nella udienza ai partecipanti al Convegno Internazionale di Musica Sacra, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura e il Pontificio Ateneo Sant' Anselmo, a 50 anni dalla promulgazione del documento conciliare Musicam sacram.
Un convengo che, ha ricordato il Papa “ha voluto approfondire, in un’ottica interdisciplinare ed ecumenica, il rapporto attuale tra la musica sacra e la cultura contemporanea”. Francesco ricorda che “il Documento, seguendo le indicazioni conciliari, evidenzia l’importanza della partecipazione di tutta l’assemblea dei fedeli, definita «attiva, consapevole, piena», e sottolineaanche molto chiaramente che la «vera solennità di un’azione liturgica non dipende tanto dalla forma più ricca del canto e dall’apparato più fastoso delle cerimonie, quanto piuttosto dal modo degno e religioso della celebrazione»”.
Certo, conclude il Papa “l’incontro con la modernità e l’introduzione delle lingue parlate nella Liturgia ha sollecitato tanti problemi: di linguaggi, di forme e di generi musicali. Talvolta è prevalsa una certa mediocrità, superficialità e banalità, a scapito della bellezza e intensità delle celebrazioni liturgiche” e quindi occorre “promuovere un’adeguata formazione musicale, anche in quanti si preparano a diventare sacerdoti, nel dialogo con le correnti musicali del nostro tempo, con le istanze delle diverse aree culturali, e in atteggiamento ecumenico”.
Lo scopo della musica sacra, dice il Papa è “aiutare l’assemblea liturgica e il popolo di Dio a percepire e partecipare, con tutti i sensi, fisici e spirituali, al mistero di Dio. La musica sacra e il canto liturgico hanno il compito di donarci il senso della gloria di Dio, della sua bellezza, della sua santità che ci avvolge come una “nube luminosa”.