Roma , lunedì, 13. marzo, 2017 14:00 (ACI Stampa).
La professoressa Emanuela Marinelli si occupa da quarant’anni di indagare la reliquia più conosciuta e affascinante, che ha attraversato secoli di storia, tra fede e scienza, miracolo e analisi. Questo lavoro inedito, portato a termine con l’aiuto dell’antichista professor Livio Zerbini dell’università di Ferrara e la “benedizione” del Cardinale Francesco Coccopalmerio, intende rappresentare lo stato dell’arte delle conoscenze internazionali sul Sacro Lino. Tutto raccolto in un libro, "La Sindone. Storia e Misteri", giunto alla sua 18esima edizione. ACI Stampa ne ha parlato con l’autrice Emanuela Marinelli e il professore Livio Zerbini.
Dottoressa Marinelli da 40 anni lei si occupa della Sindone, perché questa scelta?
"E’ incredibile, ma io fino a 40 anni fa, non sapevo della Sindone. Un giorno, passeggiando per caso per Via della Conciliazione alle Edizioni Paoline, tra tanti libri e oggetti, vidi quel volto in vetrina. Ho pensato: “Ma questo è un capolavoro, chi l’ha fatto?” E chiesi alla suora in negozio chi fosse l’artista di quella opera magnifica. La suora mi rispose che era la “Sindone”. All’inizio non capii nemmeno bene il nome. La “Sindrome”? La suora mi spiegò in breve la storia del lenzuolo di Gesù. Ho pensato che tutto questo era impossibile…il lenzuolo funebre di Gesù? A volte pensiamo che gli oggetti del passato non ci appartengano o che comunque è improbabile che siano ancora qui concretamente, ai giorni nostri. Nel 1977 ci fu la svolta. Un botanico della polizia scientifica di Zurigo annunciò di aver trovato sulla Sindone un tipo di polline che cresce solo nel Medio Oriente. Uno in particolare, nasce solo in Palestina. Nessun tornado poteva portare questo polline fin qui. Io, laureata in Scienze naturali e geologia, fui attirata ed incuriosita da questo fatto. E ripensai alla suora e alla sua storia. Così decisi di studiare i pollini e di seguire un corso sulla Sindone. Era tenuto da Monsignor Giulio Ricci, erano 4 anni di studi e infine veniva rilasciato l’attestato finale in “sindonologia”. Purtroppo ora non esiste più. Incuriosita, studiai e comprai tanti libri. E in questi 40 anni ho a casa mia 900 libri sulla Sindone, migliaia di articoli e sono diventata “un’esperta” di questo argomento. Un’altra tappa decisiva della mia vita fu il libro sulla Sindone con il vaticanista Orazio Petrosillo. Bisognava prendere i fili di tutta la Sindone e non solo un campione. Bisognava analizzarla tutta. Perché le datazioni risultavano sfalsate, una parte per esempio risale al 1532 quando le clarisse rammendarono il velo dopo un incendio. C’è tantissima confusione su questo argomento. E questo 18 libro vuole essere ancora una volta una delucidazione sui vari dati pubblicato".
Professor Zerbini, qual è l’obiettivo di questo libro?
"E’ stato un incontro casuale quello con la dottoressa Marinelli, a Ferrara. Anche io mi sono reso conto della necessità di fare chiarezza. Questo libro vuole fare il punto di quelli che sono i dati che abbiamo a disposizione. Abbiamo cercato di far conoscere quello che sappiamo. Quando si parla di Sindone, si entra anche un po’ nell’ambito del mistero. L’intendimento era far emergere i dati incontrovertibili e che consentano di gettare una luce più chiara a questo oggetto comunque straordinario. Se anche fosse un falso, è altresì vero che nessuna tecnologia evoluta è riuscita a creare un falso analogo. L’immagine è impressa nelle fibrille più esteriori e questo è impossibile da riprodurre".