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Papa Francesco, in Quaresima Dio ci salva dall'asfissia dell'anima

Il Papa durante la processione |  | Lucia Ballester/ CNA
Il Papa durante la processione | Lucia Ballester/ CNA
La preghiera nella chiesa di Sant' Anselmo |  | Osservatore Romano / Aci Group
La preghiera nella chiesa di Sant' Anselmo | Osservatore Romano / Aci Group
Il Papa a Santa Sabina |  | Osservatore Romano/ Aci Group
Il Papa a Santa Sabina | Osservatore Romano/ Aci Group

E’ il rito più antico della Chiesa di Roma e segna l’inizio della Quaresima. La Stazione quaresimale a Santa Sabina, che si apre con la lunga processione da Sant’ Anselmo, all’Aventino è un appuntamento che il Papa rinnova ogni anno.

Francesco con la Curia e la Diocesi ha iniziato la celebrazione del primo giorno della Quaresima con la preghiera a Sant’ Anselmo, poi si è svolta la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina con cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i padri Domenicani di Santa Sabina ed alcuni fedeli. Nella Basilica di Santa Sabina, il Papa Santo Padre ha presieduto la celebrazione dell’Eucarestia e ha imposto le ceneri.

“La Quaresima- ha detto Francesco all’ omelia- è una via: ci conduce alla vittoria della misericordia su tutto ciò che cerca di schiacciarci o ridurci a qualunque cosa che non sia secondo la dignità di figli di Dio”. É una strada che ci porta “dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita”. E il gesto delle ceneri ci ricorda che siamo polvere ma “nelle mani amorose di Dio” che ci salva “dall’asfissia soffocante provocata dai nostri egoismi, asfissia soffocante generata da meschine ambizioni e silenziose indifferenze; asfissia che soffoca lo spirito, restringe l’orizzonte e anestetizza il palpito del cuore.” 

E vivere la Quaresima “ci salva da questa asfissia che spegne la nostra fede, raffredda la nostra carità e cancella la nostra speranza. Vivere la Quaresima è anelare a questo soffio di vita che il nostro Padre non cessa di offrirci nel fango della nostra storia”.

Ed è il soffio della vita con il quale Dio ci libera da un’aria cui rischiamo di abituarci “un’aria in cui è rarefatta la speranza, aria di tristezza e di rassegnazione, aria soffocante di panico e di ostilità”.

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Ecco la Quaresima, spiega Francesco, è un no “all’asfissia dello spirito per l’inquinamento causato dall’indifferenza, dalla trascuratezza di pensare che la vita dell’altro non mi riguarda; per ogni tentativo di banalizzare la vita, specialmente quella di coloro che portano nella propria carne il peso di tanta superficialità. La Quaresima vuole dire no all’inquinamento intossicante delle parole vuote e senza senso, della critica rozza e veloce, delle analisi semplicistiche che non riescono ad abbracciare la complessità dei problemi umani, specialmente i problemi di quanti maggiormente soffrono.

La Quaresima è il tempo di dire no; no all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto. Quaresima è il tempo di dire no all’asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli: quelle spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione”.

Ed è tempo di memoria, per chiederci ancora una volta: “che sarebbe di noi senza la sua misericordia che non si è stancata di perdonarci e ci ha dato sempre un’opportunità per ricominciare di nuovo? Quaresima è il tempo per domandarci: dove saremmo senza l’aiuto di tanti volti silenziosi che in mille modi ci hanno teso la mano e con azioni molto concrete ci hanno ridato speranza e ci hanno aiutato a ricominciare?”.

Respirare di nuovo, quindi, perché Dio trasforma “la nostra polvere in umanità”.

E, conclude il Papa, la Quaresima “non è il tempo di stracciarsi le vesti davanti al male che ci circonda, ma piuttosto di fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza”. E’ il tempo di chiedere a Dio che ci  trasformi in “polvere innamorata”.