Roma , lunedì, 6. marzo, 2017 12:00 (ACI Stampa).
Le parole sono digiuno, penitenza, astinenza, Quaresima. Sembrano parole fuori moda, soprattutto per i giovani. Ma non per tutti. Ci sono molti giovani che fanno un cammino, che cercano di comprendere fino in fondo cosa significhino queste parole per loro. E tra questi, i giovani della Gioventù Francescana, la Gifra.
Francesco ha 28 anni. Per lui il digiuno non è tanto “un digiuno fisico”, quanto “un digiuno spirituale, in cui si evita di “mangiare” quel qualcosa in più che ci fa del male, quindi un digiuno che porta la nostra anima al benessere".
Anche Laura ha 28 anni. Che sia impegnata fortemente nel percorso si nota dal fatto che subito associa la parola “penitenza” ai “giorni di Quaresima di San Francesco”, il quale – racconta – “li faceva sia i giorni prima di Pasqua sia prima di Natale, con l’idea di rinunciare a qualcosa per qualcuno. E’ il desiderio di qualcosa di più grande, togliersi qualcosa di piccolo per qualcosa di più grande".
È Matteo, 25 anni, a parlare invece della Quaresima. "Se mi dici Quaresima – racconta - mi viene in mente la parola essenziale perché il periodo della Quaresima ci riporta a Gesù, centro essenziale della vita. Durante la quaresima si è soliti fare il “fioretto” e si evita solitamente qualcosa che è di troppo, non necessaria! Il venerdì si fa il digiuno, si mangia l’essenziale! È un periodo che permette di vivere la vera essenza della fede e dell’amore. Penso al venerdì santo, alle chiese spoglie, alla possibilità di rivivere l’atto d’amore più grande della storia dell’uomo. Essenziale come di fondamentale importanza, indispensabile. Essenziale come occasione per rimuovere il superfluo, la frenesia della quotidianità che allontana dal centro: Lui".
E poi la parola astinenza. Lorena, 28 anni, sottolinea che “la prima cosa che mi viene in mente è astinenza da dolci perché quando posso faccio il fioretto dei dolci sotto quaresima. Ovviamente la mia privazione dai dolci durante il periodo di quaresima è molto sofferto perché ne mangio almeno uno al giorno e quindi credo sia la privazione maggiore, in termini di cibo, che possa avere..."