Città del Vaticano , martedì, 19. maggio, 2015 10:24 (ACI Stampa).
Dopo l’intervento inaugurale di Papa Francesco, ieri pomeriggio, i lavori della 68^ Assemblea Generale della Cei sono proseguiti questa mattina con la prolusione del Cardinale Presidente, Angelo Bagnasco.
Il porporato ha elencato gli appuntamenti che vedono coinvolta, o che a breve lo vedranno, la Chiesa Italiana: dall’Anno Santo – “dono del Papa alla Chiesa” – all’ostensione della Sindone, dall’Anno della Vita Consacrata al Sinodo fino al Convegno Ecclesiale Nazionale.
Partendo dal ricordo del terremoto in Nepal, il Cardinale Bagnasco è poi tornato sul “primo genocidio del ventesimo secolo” – quello armeno – “che a fatica il mondo occidentale sta riconoscendo”. Questo ricordo – ha aggiunto “va ad aggiungersi alla continua persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo: non accada che subentri l’abitudine e quindi l’indifferenza davanti al persistere di tanta brutalità omicida, travestita di religione. Spegnere i riflettori e stare in silenzio, lasciando che la carneficina continui, sarebbe diventarne conniventi, colpevoli di fronte al tribunale di Dio e della storia. Sarebbe l’ennesima prova della cattiva coscienza dei potenti. Le nostre Chiese si uniranno in una grande preghiera sabato prossimo, 23 maggio, vigilia di Pentecoste: nel vincolo delle anime ci troveremo uniti e inchinati davanti al martiro di tanti fratelli e sorelle di fede. Alcune Agenzie internazionali affermano, dati alla mano, che il 2014 è l’anno con il più alto livello di persecuzione globale dei cristiani dell’era moderna”. “Le soluzioni – ha aggiunto Bagnasco – non sono semplici, ma pensiamo che la diplomazia possa fare molto di più, se le Cancellerie lo permetteranno: isolare dovrebbe essere la parola d’ordine. In primo luogo isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sul piano dell’opinione pubblica mondiale con una reiterata condanna: nessuno giustifichi con le parole o con il silenzio! In secondo luogo, troncare ogni rapporto economico o geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto: nessuno commerci con la vita umana! Se i Governi del mondo non avranno questa volontà e non decideranno di conseguenza, la diplomazia avrà sempre poco respiro”.
L’Arcivescovo di Genova si è poi soffermato su una istantanea del nostro Paese. “La preoccupazione fondamentale della gente – ha scandito - resta l’occupazione: i segnali di ripresa sembrano essere reali nella macroeconomia, ma la disoccupazione resta la piaga del nostro tempo”. “Non si deve radicare in nessuno, a cominciare dai più giovani, il sentimento della sfiducia e della rassegnazione. Sullo sviluppo, sulla continua e veloce innovazione, è necessario che il politici concentrino tutte le loro energie e il loro tempo: di questo dovranno rendere conto severo ai cittadini che li hanno eletti”.
Affrontando il capitolo migranti Bagnasco ha espresso dolore “per la tragedia senza fine di tanta povera gente costretta a trasformare la vita in una fuga verso l’ignoto. Pensiamo con orrore agli scafisti, criminali dell’umanità, disposti a uccidere con lucida e cinica programmazione. Il nostro Paese ha fatto non poco attraverso le sue istituzioni. È evidente che l’accoglienza umanitaria vada sempre accompagnata dalla legalità e dalla sicurezza di tutti; ed è evidente che all’accoglienza deve corrispondere coscienza e disponibilità”. Dal Cardinale bacchettata all’Europa rea di aver messo sul piatto risorse insufficienti per affrontare l’emergenza.