Bratislava , martedì, 28. febbraio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Un altro figlio di Don Bosco ad un passo dal riconoscimento della santità. Sarà presto beato, infatti, Don Tito Zeman, sacerdote salesiano slovacco, ucciso in odio alla Fede dal regime comunista cecoslovacco: uno dei più feroci sistemi anticristiani dell'Europa Orientale. Correva l'anno 1969.
Don Tito nasce il 4 gennaio 1915 a Vajnory, nei pressi di Bratislava - odierna capitale della Repubblica Slovacca - e nel 1940 viene ordinato presbitero. Dopo l'orrore della Seconda Guerra Mondiale, arriva il dramma del regime che abolisce la libertà di religione. Sacerdoti, religiosi, religiose vengono arrestati e internati. I seminari vengono soppressi. Ed ecco che Don Tito si inventa organizzatore di viaggi clandestini per quei giovani salesiani che - come lui anni prima - aspiravano al sacerdozio.
La destinazione di questi viaggi segreti è Torino, uno dei quartieri generali dei salesiani. Don Tito ne organizza due, ma il terzo gli è fatale: Don Tito e i giovani seminaristi vengono catturati dalla polizia segreta del regime.
Processato come spia e accusato di tradimento, il 22 febbraio 1952 viene condannato a 25 anni di carcere. Durante la detenzione subirà sofferenze di ogni tipo. La liberazone arriva 12 anni dopo, nel 1964. Ma il suo fisico è minato in maniera irreversibile. Per quanto patito nelle prigioni del regime, Don Tito morirà l'8 gennaio 1969.
"Anche se perdessi la vita, non la considererei sprecata, sapendo - diceva Don Tito - che almeno uno di quelli che avevo aiutato è diventato sacerdote al posto mio".