Città del Vaticano , sabato, 25. febbraio, 2017 12:45 (ACI Stampa).
Siete “al servizio delle persone disabili, dei minori, di quanti vivono situazioni di dipendenza e di disagio, e delle loro famiglie, per offrire loro accoglienza, sostegno e speranza, in una dinamica di condivisione. In questo modo avete contribuito e contribuite a rendere migliore la società”. E’ il grazie del Papa alla Comunità di Capodarco, ricevuta in udienza nell’Aula Paolo VI.
“ La qualità della vita all’interno di una società - ha osservato Francesco - si misura, in buona parte, dalla capacità di includere coloro che sono più deboli e bisognosi, nel rispetto effettivo della loro dignità di uomini e di donne. E la maturità si raggiunge quando tale inclusione non è percepita come qualcosa di straordinario, ma di normale. Anche la persona con disabilità e fragilità fisiche, psichiche o morali, deve poter partecipare alla vita della società ed essere aiutata ad attuare le sue potenzialità nella varie dimensioni. Soltanto se vengono riconosciuti i diritti dei più deboli, una società può dire di essere fondata sul diritto e sulla giustizia”.
“Una società che desse spazio solo alle persone pienamente funzionali, del tutto autonome e indipendenti - è il monito del Pontefice - non sarebbe una società degna dell’uomo. La discriminazione in base all’efficienza non è meno deplorevole di quella compiuta in base alla razza o al censo o alla religione”.
La Comunità di Capodarco - ha sottolineato il Papa - ha dimostrato la sua capacità di ascolto superando “l’atteggiamento pietistico e assistenzialistico, per favorire il protagonismo della persona con difficoltà in un contesto comunitario non chiuso in sé stesso ma aperto alla società”.
Davanti a ciò che di negativo ha portato la globalizzazione voi - ha detto ancora Francesco - lavorate per arginare l’esclusione, promuovendo “la dignità e il rispetto di ogni individuo, facendo sentire agli sconfitti della vita la tenerezza di Dio”.