E il dialogo è il senso della università, dice Francesco: “una università deve avere il lavoro artigianale del dialogo”.
Poi parla il Papa si scaglia contro le università che chiama di élite e che definisce ideologiche, in cui, dice Francesco, ti preparano per essere agente di una ideologia, dove non c’è confronto e dialogo e gioia del gioco. Invece dice, alla università si va per vivere il vero il buono e il bello, dice il Papa. Un cammino che non finisce mai.
A Riccardo e Niccolò che parlano di cambio di epoca e Communis Patria, il Papa dice che la vita va presa come e da dove viene. E senza paura, dice il Papa.
E “dobbiamo cercare l’unità che cosa diversa dalla uniformità” la unità ha bisogno delle differenze. Unità nella diversità. La globalizzazione non è una sfera, uniforme, invece ripete il Papa la figura da usare è il poliedro, “ogni persona, cutura, conserva la sua identità propria”. Il pericolo dice il Papa è “concepire una unità una globalizzazione nella uniformità, e questo distrugge”. Tutti uniti e tutti diversi.
A proposito di carità intellettuale e comunicazione, il Papa riporta una parola di 50 anni fa: rapidazione. Il pericolo è non avere tempo di fermarsi per assimilare e riflettere. Bisogna stare attenti a non perdere la libertà.
“Una comunicazione rapida può diventare liquida”, dice il Papa e la sfida è trasfomare la liquidità in concretezza. E la parola chiave è: concretezza.
Così il Papa parla della “economia liquida” e fa un esempio di economia via web come “economia liquida”.
Poi il Papa parla della disoccupazione dei giovani in Europa, causata per Francesco dalla liquidità della economia, e al rischio dei suicidi per i ragazzi. O anche si arriva a legarsi ad eserciti terroristi.
Il Papa chiede concretezza anche per il lavoro in università.
E a proposito di identità cristiana dell’ Europa il Papa ricorda che le migrazioni non sono un pericolo ma una sfida per crescere. Francesco ricorda la storia delle migrazioni argentine, e ci scherza un po’ su.
Torna con la memoria a Lesbo, racconta le sue emozioni Papa Francesco e si chiede il perché delle grandi migrazioni: fame e guerra. La soluzione ideale sarebbe che non ci fosse la guerra e la fame ma la pace e investimenti per lavorare. In alcuni paesi c’è anche una cultura di sfruttamento. Quindi dice Francesco, non sfruttiamo. Anche fuggendo la gente è sfruttata, e il “mare nostrum oggi è un cimitero. Pensiamolo quando siamo da soli come fosse una preghiera” dice il Papa.
Prima cosa quindi accogliere come fratelli e poi vedere il numero che ogni paese può accogliere e anzi, integrare.
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“Loro portano una cultura che è ricchezza per noi e loro devono ricevere la nostra cultura e questo toglie la paura” dice il Papa. Poi racconta alcuni episodi e conclude con la frase: “Università, dialogo nelle differenze!”.
Il testo preparato è poi stato consegnato al rettore che ha regalato al Papa l'olio prodotto dalla fattorie di Roma Tre e dei prodotti delle terre sequestrate alla mafia.
Qualche centinaio i presenti nel piazzale, pochi gli studenti, molte le madri con bambini e le famiglie. Il Papa si è trattennuto dopo il discorso a salutare le persone che erano arrivate dopo l'incontro ufficiale per fare una foto o un selfie con lui.