Roma , venerdì, 17. febbraio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
E' probabilmente il carcere più antico di Roma se non del mondo intero, e secondo l'agiografia cristiana medievale vi furono incarcerati San Pietro e San Paolo. E' il Carcer Tullianum, conosciuto anche come Carcere Mamertino, riaperto questa estate dopo un lungo periodo di scavi e lavori grazie al contributo dell’Opera Romana Pellegrinaggi. E’ il luogo dove probabilmente Pietro iniziò la sua missione come Capo della Chiesa, in quanto proprio qui, da prigioniero, battezzò 47 persone tra detenuti e carcerieri.
In merito al Tullianum, un’antichissima tradizione racconta di un’azione miracolosa di San Pietro, che con un bastone colpì la roccia e fece scaturire l’acqua che utilizzò per battezzare; nei secoli questo luogo è stato, dunque, anche un luogo di grande devozione ancora molto visitato in pellegrinaggio da chi si reca a Roma.
Il viaggio storico e spirituale nella prigione dei due apostoli amati da Gesù, nel vivo dei Fori Romani, è caratterizzato da una grande ricchezza archeologica datata più di 3.000 anni. Il Carcer si trova al di sotto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami – XVI secolo – affacciandosi sul Foro Romano, una delle viste più suggestive della città.
In una lettera di San Pietro ritroviamo esattamente gli elementi che hanno caratterizzato la permanenza dell’apostolo nel Carcere Tullianum: la roccia, l’acqua, il buio, poi la luce. Sono i simboli sui quali San Pietro fondò la Chiesa, proprio come gli aveva chiesto Gesù. E le pietre umide della cella, dove Pietro e Paolo vennero anche incatenati, sembrano raccontarci tutto questo.
Per l’agiografia cristiana medioevale, l’ambiente più basso del Tullianum (ora accessibile attraverso una scala) fu il luogo d’internamento degli apostoli Pietro e Paolo. Secondo un racconto, Pietro cadde mentre scendeva nella sua cella. E batté il capo contro la parete. Vi restò un’impronta nella pietra (dal 1720 protetta da una grata) che ancora adesso si può vedere.